MArRC Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Piazza de Nava 26
www.museoarcheologicoreggiocalabria.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Aperto al pubblico nel 1955, il museo è tappa fondamentale per comprendere la storia e la raffinata cultura che si svilupparono nella città e nella regione nell’antichità. Il percorso museale, che si snoda intorno a un luminoso cortile interno coperto da una moderna struttura in vetro, parte dal secondo piano e scende fino al piano interrato, ripercorrendo la storia calabrese dal Paleolitico alla tarda età ellenistica. Tra i numerosi manufatti litici provenienti da Tortora e dalle grotte di Scalea, le ceramiche impresse e dipinte del Neolitico, i corredi tombali affiorati nelle varie necropoli calabresi, spicca il graffito del “Bos taurus primigenius”, maestosa figura di uro che per la cura delle proporzioni e dei dettagli anatomici è considerata un capolavoro dell’arte preistorica. Dopo questo affascinante “viaggio” tra le prime testimonianze di popolamento dell’area dalla Preistoria alle età del Bronzo e del Ferro, si passa al primo piano con un’appendice al piano ammezzato. Dedicata alla Magna Grecia, la vasta sezione accoglie materiali architettonici, ceramici, metallici ed epigrafici da necropoli, centri abitati e santuari provenienti dalle colonie e dalle subcolonie greche: tra i reperti in mostra, particolarmente preziosi sono le figure e i busti femminili provenienti da Medma (Rosarno), le iscrizioni su tavolette in bronzo dall’area sacra di Zeus Olimpio a Locri e il grande gruppo acroteriale in terracotta policroma, detto “Cavaliere di casa Marafioti”, uno dei più grandi esempi dell’arte magnogreca che raffigura un giovane cavaliere sostenuto da una sfinge della seconda metà del V secolo a.C. Nel piano ammezzato la meravigliosa coppa di Varapodio in vetro e oro è custodita accanto a manufatti relativi alle civiltà dei lucani e dei brettii che partirono alla conquista della Magna Grecia. Al pianterreno la rassegna dei capolavori più noti e preziosi inizia dal cosiddetto “kouros” di Reggio, statua di giovinetto in marmo bianco di Paros risalente alla fine del VI secolo a.C., e prosegue fino alle possenti figure dei Bronzi di Riace, due capolavori della bronzistica greca del V secolo a.C. dispersi nel naufragio della nave romana che nel IV d.C. li trasportava a Costantinopoli e casualmente rinvenuti al largo di Riace nel 1972. Al piano interrato la necropoli ellenistica, venuta alla luce durante i lavori di scavo per la costruzione del palazzo che ospita il museo, è visitabile grazie al progetto “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano.