Corso Garibaldi
Animata e piena di negozi, locali, ristoranti, luogo di passeggio dei reggini, la principale arteria cittadina corre parallela al lungomare Italo Falcomatà. È il nuovo volto di Reggio, realizzato dopo il terremoto del 1908 secondo un piano urbanistico che non solo rispondeva a criteri antisismici ma permetteva anche una più rapida ed economica ricostruzione. Intersecano il corso, che inizia dal Museo archeologico nazionale, vie rettilinee e parallele che scendono al mare o risalgono il declivio e, incrociando altre strade parallele, dividono la città in una scacchiera di isolati regolari: all’incrocio con via degli Ottimati, il settecentesco palazzo Nesci è l’unica dimora gentilizia sopravvissuta al terremoto del 1908. Numerose anche le piazze che si incontrano lungo il percorso definite da edifici pubblici cittadini, come quelli di inizio Novecento di piazza Italia, che ospitano istituzioni amministrative della città e del territorio reggino. Al centro, lucernari in vetro e acciaio lasciano intravedere resti della città romana e medievale venuti alla luce tra il 2000 e il 2005, comprendenti tracce di un grande asse stradale di età romana e di un quartiere con piccole abitazioni e botteghe artigianali. Nella successiva piazza Duomo, spicca bianca e luminosa la Cattedrale, una fantasiosa interpretazione degli stili romanico e gotico, rivisitati secondo il gusto del primo Novecento. Nell’ampio interno a tre navate, con decori e vetrate liberamente ispirate alle cattedrali gotiche, sono custoditi sepolcri seicenteschi di vescovi della città e un originale pulpito marmoreo di Francesco Jerace, decorato di palme in travertino provenienti dalla vecchia Cattedrale, della quale rimane, nel transetto sinistro, la cappella del Santissimo Sacramento, importante episodio barocco dalle pareti interamente rivestite di tarsie in marmi policromi e grandi statue di santi nelle nicchie.