Stampace
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Aggirarsi per Stampace vuol dire scoprire alcune delle più preziose testimonianze della storia e dalla religiosità cagliaritane. Si può partire da piazza Yenne, così chiamata in onore di un viceré sabaudo. Dominata dallo scenografico bastione di Santa Croce, con i suoi palazzi ottocenteschi, è vivace a qualsiasi ora del giorno e della sera. La colonna in pietra segnala l’inizio della Strada Reale per Porto Torres voluta nel 1822 da Carlo Felice, omaggiato in una scultura non lontana. Oltre corso Azuni si procede verso “Stampace alta”, per inoltrarsi in una griglia di stradine punteggiata da chiese: Sant’Anna, Sant’Efisio, sorta per la tradizione sopra il carcere del santo, ma soprattutto San Michele. Dal fastoso interno barocco, conserva nell’atrio il cosiddetto pulpito di Carlo V, da cui pare che l’imperatore abbia assistito alle cerimonie indette nel 1535 in occasione della spedizione contro Tunisi partita proprio dal porto di Cagliari. Spingendosi un po’ a ovest, si può prendere una boccata d’aria nell’Orto botanico, ricco di oltre 3000 specie vegetali o, in alternativa, nell’Orto dei Cappuccini, che racchiude le essenze tipiche dei giardini monastici. Se si è invece affamati di cultura, questo versante della città ha parecchio da offrire: innanzitutto i resti dell’Anfiteatro romano, risalente alla fine del II secolo d.C., le cui gradinate, in grado di ospitare più o meno diecimila spettatori, furono scavate direttamente nella roccia calcarea. E poi, ancora un po’ più in là, la Necropoli di Tuvixeddu, importantissimo sito storico di origine fenicio-punica e in seguito utilizzato anche dai romani. Ritornando sui propri passi, si può concludere la visita di Stampace in un luogo dal sapore mistico e dalla storia complessa: la Cripta di Santa Restituta, un ipogeo in parte naturale in parte ampliato già in età punica, utilizzato come cava di calcare, che fu luogo di culto pagano e poi cristiano.