Tappa 1

Castello

INFOPOINT DEL COMUNE
Palazzo Civico, via Roma 145
cagliariturismo.comune.cagliari.it

È il colle di Castello, “Casteddu” in sardo, a identificare l’intera città di Cagliari. Con la sua cinta bastionata e le torri come sentinelle, fa da corona alla vasta espansione urbana sottostante. Grandiosa e scenografica porta di accesso alla rocca è il Bastione di Saint Remy, frutto della sistemazione, a cavallo tra Otto e Novecento, degli antichi baluardi spagnoli, che si articola in terrazze dai panorami sempre più ampi e spalancati sulla città, le lagune e il mare. La torre dell’Elefante prende il nome da un elefantino poggiato su una mensola e diventato uno dei simboli cittadini. La passeggiata si snoda tra questa e la torre di San Pancrazio nel punto più alto della rocca, entrambe dei primi del Trecento, lungo strette strade parallele dall’impronta spagnola, che regalano di tanto in tanto improvvisi scorci sulla città. I prospetti dei palazzi nobiliari si alternano alle semplici abitazioni, che a volte portano ancora i segni dei bombardamenti del 1943 e attendono di rinascere. Si arriva presto a piazza Palazzo, dove svettano i simboli del potere politico e di quello religioso. Il primo è esemplificato dall’imponente Palazzo Regio, attuale sede della Città Metropolitana e della Prefettura, un tempo dimora dei viceré spagnoli e sabaudi, e dal più aggraziato Palazzo di Città, vecchia sede municipale che oggi ospita mostre dei Musei Civici. A lato del Palazzo arcivescovile spicca la Cattedrale, “sa Seu” (“la sede”) per i cagliaritani. Gli ingenti restauri del Settecento e del Novecento hanno quasi cancellato la basilica eretta dai pisani nel 1217, ma cercando bene se ne individuano le tracce: parti della squadrata torre campanaria, l’architrave del portale centrale, i portali del transetto e soprattutto, all’interno, due pulpiti dalla storia singolare. Derivano infatti da un’unica struttura realizzata da maestro Guglielmo tra il 1159 e il 1162 per il Duomo di Pisa, donata a Cagliari nel 1312, infine smembrata nel 1669 in due parti (i quattro leoni stilofori che ne facevano parte si trovano ai piedi del presbiterio). Per il resto, la chiesa è un trionfo di pitture e marmi del Sei-Settecento, mentre le volte sono state affrescate nel secolo scorso. Si scende nel santuario dei Martiri, scavato nella roccia proprio sotto il presbiterio, vero e proprio trionfo del Barocco. Secondo la tradizione, ospita 192 nicchie contenenti reliquie dei martiri cagliaritani, oltre a sepolture di esponenti di casa Savoia. Per trovare un’architettura più sobria, conviene visitare poco più avanti la chiesa della Purissima, con le volte a crociera, bell’esempio di stile gotico-catalano.

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