Pesaro. Casa Rossini
Itinerario
Pesaro. Casa Rossini
Una partitura in cui si alternano arie orecchiabili e passaggi più arditi. Così è stata l’esistenza di Gioacchino Rossini, sempre in bilico tra momenti di euforia, gloria artistica e periodi bui. Nel centro di Pesaro, a Casa Rossini, palazzo di origine quattrocentesca che lo ha visto nascere, è affascinante scoprire la vita e l’opera di questo genio della musica, tormentato e allo stesso tempo gaudente. In un percorso fatto di immagini e suoni si curiosa tra stampe, caricature e ritratti del Maestro – come quello molto intenso dedicatogli da Gustave Doré in punto di morte – e dei suoi personaggi e interpreti. In più ci si può perdere tra cimeli, come la sua spinetta o le partiture autografe, filmati e bozzetti di scena delle opere allestite in occasione del Rossini Opera Festival, che ogni anno trasforma Pesaro in capitale della musica.
A Pesaro si possono riscoprire le origini di un grandissimo nome della musica: Gioacchino Rossini. Il compositore, uno dei massimi rappresentanti della lirica ottocentesca, oltre che personaggio raffinato e bon vivant, arguto e ironico, studiò a Bologna, debuttando appena diciottenne con La cambiale di matrimonio. Alle notissime opere buffe – L’italiana in Algeri (1813), Il barbiere di Siviglia (1816) e La gazza ladra (1817) – fecero seguito opere serie come Semiramide (1823) e Guglielmo Tell (1826). Per lunghi anni mancarono composizioni di rilievo, a eccezione dello Stabat Mater (1842) e della Petite Messe Solennelle (1863). Visitare la casa in cui nacque il “Cigno di Pesaro” equivale a gettare uno sguardo nel profondo delle passioni dell’uomo e del compositore, che abitò la dimora con la famiglia durante i primi anni di vita. Al piano terra ci si aggira tra le stampe dedicate agli interpreti dell’ultima fase creativa: celebri cantanti ottocenteschi nei costumi delle opere più acclamate, come Adelina Patti nelle vesti di Rosina (Il barbiere di Siviglia), Giovan Battista Rubini come Otello, Giuditta Pasta in costume di Tancredi, Gilbert-Louis Duprez come Arnold (Guglielmo Tell). Nella saletta al seminterrato vengono proiettate opere tratte dalle recenti edizioni del Rossini Opera Festival, imperdibile appuntamento estivo per gli amanti della lirica. Al primo piano è esposta una trentina di ritratti in ordine cronologico: il più noto è quello eseguito in punto di morte da Gustave Doré. Le deliziose caricature – tra cui quella di terracotta di Jean-Pierre Dantan – prendono di mira Rossini e altri personaggi dell’ambiente musicale ottocentesco. La Stanza della Musica ospita autografi del maestro e la spinetta costruita a Venezia nel 1809.