Tappa 2

Villa e Parco Visconti Borromeo Litta (Lainate)

Largo Vittorio Veneto 12
www.villalittalainate.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Passeggiando nel parco di Villa Litta, tipica dimora di delizie lombarda, sembra ancora di vedere le nobildonne dal viso di porcellana camminare sotto il viale di carpini, la cosiddetta “carpinata”, per proteggersi dal sole. Fu Pirro Visconti Borromeo, colto mecenate milanese, a chiamare a Lainate, nella seconda metà del Cinquecento, i più qualificati artisti di maniera che allora operavano nel Ducato di Milano, per trasformare la sua azienda agricola in una delle dimore esteticamente più raffinate, ma anche più ludiche e profane del tardo Rinascimento lombardo. Poi fece realizzare i giardini, che molti visitatori illustri, tra i quali Stendhal, celebrarono per la loro scenografia di giochi d’acqua e fontane che culminano nel monumentale Ninfeo, il cui meccanismo idraulico azionato da un pozzo è ancora funzionante. Tipico edificio di frescura della classicità, dove ristorarsi in estate, il Ninfeo ha una pianta rigorosamente geometrica, ma è mascherato da una raffinata facciata che simula un’umida grotta. Un effetto certamente voluto dal suo ideatore, Pirro I Visconti Borromeo, che lo realizzò alla fine del Cinquecento per accogliere grandiose feste e ricevimenti, ma anche perché diventasse luogo d’incontro di artisti e intellettuali. Passeggiando tra i viali, oltre alle bellezze del paesaggio vegetale, si scoprono i gusti botanici del giardino rimaneggiato agli inizi del XIX secolo secondo i gusti del nascente giardino all’inglese. Dietro al Ninfeo, si scorgono le tipiche aiuole con le siepi basse del giardino all’italiana, le grandi magnolie piantate nell’Ottocento, la “carpinata” che serviva a collegare la villa con uno spazio all’aperto chiamato Teatro naturale, o di “Verzura”, dove in estate si tenevano (e tutt’ora si tengono) feste e spettacoli. Fino all’area delle serre liberty, a pochi metri dal Ninfeo, con la settecentesca Fontana del Nettuno.

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