Canale Grande
TEMPIO DI SAN SPIRIDIONE
Via Spiridione 9
comunitaserba.org
Condizioni di visita: ingresso gratuito
CIVICO MUSEO TEATRALE CARLO SCHMIDL
Via Gioacchino Rossini 4
museoschmidl.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Attraversa il Borgo Teresiano il Canale Grande, le cui acque al tramonto si imporporano come il viso della timida adolescente che riceve il primo bacio dal suo giovane spasimante. Tra gli elementi cardine del piano urbanistico pensato da Maria Luisa d’Austria, fu scavato a partire dal 1756 per consentire ai velieri di scaricare le merci fin dentro la città: le fotografie del Novecento lo mostrano ancora affollato di imbarcazioni e brulicante di attività. Lo chiude sul fondo la scenografica facciata neoclassica della chiesa di Sant’Antonio Nuovo, eretta su progetto di Pietro Nobile tra il 1825 e il 1849 e preceduta da un maestoso pronao a sei colonne ioniche sovrastate da un ampio timpano triangolare. È di culto cattolico, ma convive felicemente con il Tempio di San Spiridione, la chiesa della comunità serbo-ortodossa che, sulla sua destra, incombe con la sua mole di cupole azzurre. Progettato da Carlo Maciachini e aperto al culto nel 1869, l’interno del Tempio, con appariscente iconostasi e arredi in argento, riluce di affreschi a fondo oro che simulano dei mosaici: di straordinario valore le quattro icone russe di inizio Ottocento che ornano il livello inferiore dell’iconostasi. Nella pittoresca piazza del Ponterosso, nel cuore del Borgo Teresiano, ebbe la sua prima casa James Joyce appena giunto a Trieste, nel 1904, con la moglie Nora. Aperta nel 1757 e oggi inquadrata da belle facciate eclettiche, rimane luogo di un vivace mercato. Certo nel tempo si è ridimensionato, ma ci sono ancora le “venderigole”, le venditrici ambulanti, che tuttora nel giorno di San Giovanni usano inghirlandare di fiori freschi “Giovanin de Ponterosso”, il putto allegorico che svetta al centro della fontana settecentesca, opera di Giovanni Domenico Mazzoleni. La piazza deriva il nome dal Ponterosso che attraversa il Canale Grande, sul quale nel 2004 è stata eretta la statua in bronzo di James Joyce nell’atto di attraversarlo. Un grande progetto di pianificazione urbanistica moderna quello di Maria Teresa d’Austria, destinato a trasformare il borgo nel nuovo fulcro del commercio della città. Ne sono testimonianza lungo le sponde del Canale i palazzi dei mercanti che han fatto grande Trieste. Raffinato esempio di architettura neoclassica, Palazzo Carciotti porta il nome del facoltoso commerciante greco, committente nel 1799 all’architetto triestino Matteo Pertsch di una magnificente dimora di rappresentanza. All’inizio del Canal Grande, l’edificio è davvero grandioso con la facciata dominata da sei possenti colonne che sorreggono una balconata sormontata da sei statue di Antonio Bosa: su tutto campeggia la grande cupola in rame sulla quale spiega le ali un'aquila napoleonica. Fu un ricco mercante tessile il committente di Palazzo Genel, che si leva sulla piazza del Ponterosso con la sua imponente facciata: progettato dall’architetto Antonio Bacichi, oggi è sede della Banca nazionale del Lavoro. E non delude Palazzo Gopcevich, che spicca sulla sponda destra del Canale per la particolare decorazione della facciata a mattonelle bicolori, per l’eleganza delle finestre e la leggerezza dei tre poggioli. Questa volta a ricorrere al gusto eclettico di Giovanni Berlam è un ricco mercante serbo che lo commissiona nel 1850. Oggi, dopo essere stato a lungo sede delle Assicurazioni Danubio, ospita il Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl che, oltre a un laboratorio di un liutaio ricostruito fedelmente, custodisce una cospicua raccolta di strumenti musicali da tutto il mondo, ritratti di musicisti e cantanti della lirica, bozzetti di scenografie, costumi e gioielli di scena, manifesti teatrali dalla fine del Settecento e l’archivio personale di Giorgio Strehler.