Parco Val Grande. Natura e geologia
Itinerario
Parco Val Grande. Natura e geologia
Il Parco Nazionale Val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, luogo d’infiniti silenzi dove suggestioni geologiche si mescolano alla storia. Il parco conserva infatti nel suo cuore una natura incontaminata, mentre è nella parte perimetrale che l’uomo ha lasciato le sue tracce. Si parte da Vogogna, dove si ammirano il Castello medievale, che con la sua torre semicircolare domina tutto il paese, e il Palazzo Pretorio, entrambi voluti da Giovanni Visconti. Si giunge poi all’antica frazione di Genestredo, caratterizzata da abitazioni in pietra arricchite da decorazioni medievali, su cui spiccano i ruderi della Rocca, che sovrastano il borgo e il Castello Visconteo. Da qui si prosegue con il percorso geologico verso Premosello Chiovenda e, accompagnati dal lento scorrere del Toce, si ammira una natura primordiale che conserva rocce formatesi fino a trecento milioni di anni fa. È un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’evoluzione morfologica pre e postglaciale della Valle del Toce.
Racchiuso fra il Lago Maggiore e la Val Cannobina a est, la Val Vigezzo a nord e la Val d’Ossola a sud e a ovest, il Parco Nazionale Val Grande, istituito nel 1992, è una tra le aree più selvagge d’Europa, estesa su un territorio di circa 15 000 ettari. In questo parco più che mai, “wilderness” significa armonia, equilibri naturali e un silenzio che si vive interiormente camminando tra i fitti boschi di castagni, faggi e conifere al centro di un’area naturale ormai quasi del tutto spopolata, dove re e regine sono il camoscio e l’aquila, il capriolo e la volpe, e dove la vegetazione si è quasi completamente riappropriata del suo spazio. «Un’isola sopravvissuta all’incalzare della civiltà», secondo le parole dello scrittore ambientalista Franco Zunino. Il respiro della storia si accompagna al fascino della geologia sul sentiero che da Vogogna, in passato località strategica nel sistema difensivo del Ducato di Milano per la sua posizione non lontana dal confine con la Svizzera, s’inerpica lungo una mulattiera fino all’antico villaggio di Genestredo, che conserva l’impronta rurale nelle caratteristiche case di pietra addossate le une alle altre a cercare reciproco riparo. Dalla sommità di uno sperone roccioso la Valle del Toce è dominata dalla Rocca Viscontea, insieme luogo fortificato e torre di segnalazione, inserita in un sistema articolato di torri di avvistamento che comunicavano a distanza per mezzo di drappi colorati o di segnalazioni luminose. Da qui, percorrendo il sentiero geologico che sale fino a Premosello Chiovenda, luogo di solitarie transumanze estive, si ha l’eccezionale opportunità di osservare, con l’aiuto di pannelli didattici, rocce formatesi a differenti profondità fino a trecento milioni di anni fa. Di compiere, cioè, un viaggio nel tempo alla scoperta dell’evoluzione morfologica pre e post-glaciale della Valle del Toce, un territorio selvaggio e primordiale rimasto pressoché inviolato fino ai nostri giorni. Il parco propone inoltre numerose altre possibilità di escursionistiche si adattano a vari livelli di preparazione, dai principianti agli esperti, alla scoperta delle tracce di antiche civiltà contadine.