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Piemonte

Momo. I colori del Medioevo

Itinerario

Momo. I colori del Medioevo

in collaborazione con Touring Club Italiano

A Momo la chiesa medievale della Santissima Trinità accoglie, oggi come allora, i pellegrini in viaggio verso Roma. Sulle pareti interne della chiesa le Scritture diventano il caleidoscopico bagno di colori di una quattrocentesca “Bibbia dei poveri” che fotografa con semplicità la bellezza delle scene sacre. Il verde della valle del Terdoppio accompagna poi fino a Oleggio, dove gli affreschi romanici della chiesa di San Michele narrano di santi e patriarchi approdati qui da lontano. Si ritrovano le atmosfere di Bisanzio con i personaggi vestiti nei loro abiti di gemme e porpora, e si scorre scena dopo scena la storia di San Michele, fatta di battaglie e rivelazioni, dipinta con marroni e verdi intensi.

Le vie europee dei pellegrinaggi toccavano anche questo angolo incastonato tra la pianura e il lago d’Orta, e la chiesa della Santissima Trinità di Momo ne è la prova. Collocata lungo la frequentatissima Via Francisca, che in questo tratto univa l’Ossola con Novara, ancora oggi conserva un portico che per secoli ha accolto i viandanti. Le pareti della chiesa sono scandite da coloratissime scene tratte dalle Sacre Scritture. Qui i protagonisti dei Vangeli indossano uno sgargiante guardaroba quattrocentesco, fatto di stoffe damascate, e gli eventi religiosi sembrano confondersi con la cronaca quotidiana del tempo dei Cagnola, bottega di pittori novaresi cui è attribuito il ciclo, straordinariamente ben conservato. Qualche chilometro più in là, la chiesa di San Michele a Oleggio racconta la vita del borgo, dai Longobardi in poi. Edificio di straordinaria importanza architettonica, antica parrocchiale poi chiesa cimiteriale, conserva un ciclo di affreschi di epoca romanica, tra i rarissimi esempi superstiti nel Nord Italia. Qui il repertorio figurativo rimanda inequivocabilmente a Bisanzio: orientali sono le fattezze dei personaggi, le vesti e le pose di santi e patriarchi così icastici. Ci si lascia alle spalle la tavolozza di marroni e verdi per immergersi nella penombra della cripta, tra bianche pareti scandite unicamente da armoniose nervature.

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