Baveno. Il paese di granito
Itinerario
Baveno. Il paese di granito
Tutto a Baveno riporta agli splendori cristallini del granito che si ricava dal monte Camoscio, alle spalle del paese. Visioni multimediali sul pregiato materiale si godono nel museo Granum di Palazzo Pretorio, a pochi passi dalle colonne in granito del complesso dei Santi Gervaso e Protaso, la cui atmosfera raccolta invita al piacere della meditazione. La fatica e la bellezza del mestiere dei “picasass”, gli scalpellini, trapelano dal monumento sul lungolago e dal murale in piazza Matteotti: un omaggio, attraverso l’arte, alle loro vite umili e dure. Le sorprese continuano passeggiando tra le incantevoli frazioni di Romanico, Roncaro, Oltrefiume e Feriolo, dove si contempla il seducente intreccio di fontane, lavatoi, archi e ornamenti di granito in un panorama sospeso tra lago e montagne.
Chi non ha mai sentito parlare del prezioso granito rosa di Baveno nel mondo dell’architettura? I manuali ne citano l’utilizzo per la realizzazione di grandiosi e spettacolari monumenti in tutto il mondo, dalla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano al Teatro dell’Opera di Parigi fino al Palazzo Reale di Bangkok. Camminando per le vie di Baveno sono molte le testimonianze che s’incontrano, eloquenti attestazioni d’una vita vissuta a ridosso della cava del monte Camoscio. L’attività estrattiva del granito, avviata già nel XVI secolo, impiegava a fine Ottocento più di mille operai. Si comincia sul lungolago, dove lo scultore contemporaneo Raffaele Polli ha reso omaggio al duro mestiere del “picasass”, lo scalpellino, con un monumento in riva al Lago Maggiore incorniciato dall’incantevole visione delle Isole Borromee. A pochi passi, in piazza Matteotti, si possono osservare gli scalpellini e i cavatori alle prese con la pietra in un’altra opera contemporanea: il grande affresco di 70 mq realizzato per la scuola elementare dal pittore Gilberto Carpo e dai suoi allievi del Centro Formazione Artistica di Baveno. Per conoscere nei dettagli tutti i segreti del granito, la sua composizione minerale, le varietà, la lavorazione e il processo estrattivo nella storia, si visita il museo Granum di Palazzo Pretorio, in piazza della Chiesa. Qui affaccia anche la chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, gioiello dell’arte romanica, preceduta dalla lunga fuga di colonne in granito del porticato ottocentesco della Via Crucis. La passeggiata a piedi prosegue nelle frazioni di Roncaro, Romanico, Oltrefiume e Feriolo, dove gli elementi architettonici in granito rosa di Baveno, fontane, archi, ornamenti, riquadri di porte e finestre, s’intrecciano in un magico gioco di volumi che regala inedite vedute d’acque e monti.