Cremonese. Città murate e castelli
Itinerario
Cremonese. Città murate e castelli
Quattro città murate dalla storia gloriosa, circondate da una fertile campagna percorsa da fiumi e canali. La prima meta è Pizzighettone, antico borgo fortificato che stupisce per la sua cerchia di mura ancora intatte che comprendono le casematte, il rivellino e il torrione dove fu tenuto prigioniero Francesco I di Francia. Ci si spinge poi fino a Crema per ammirare lacerti di mura e il possente Torrazzo del Palazzo Comunale che troneggia nella splendida Piazza del Duomo, per poi immergersi in atmosfere romanzesche visitando la quattrocentesca Rocca di Soncino, protetta da mura merlate e ponti levatoi, vie di fuga e passaggi segreti. Ultima tappa è il bellissimo Castello Visconteo di Pandino, nei cui interni si gioca a riconoscere stemmi e figure che compaiono negli affreschi sopra muri, logge e pilastri.
Se nei secoli trascorsi le città fortificate del Cremonese, nel cuore della Pianura Padana, cercavano riparo dentro le proprie mura per difendersi da agguati e nemici, oggi esibiscono mura e castelli, gloriose vestigia del passato, come richiamo turistico nobile e avvincente. Il percorso inizia da Pizzighettone, una vera e propria città da guerra attraversata dal fiume Adda dove non è difficile immaginare la vita dei soldati che si muovevano tra casematte, fossati, rivellini e dure celle carcerarie occupate dai detenuti più pericolosi. Del più famoso, Francesco I di Valois, re di Francia, si ascoltano gli epici racconti che lo videro per tre mesi prigioniero nella Torre del Guado dopo la sconfitta di Mirabello del 1525, inflittagli dall’armata imperiale. Seconda tappa dell’itinerario è Crema, dove a ricordare l’antica città fortificata rimangono pochi lacerti di mura e la bella Torre Civica, disposta scenograficamente a fondale della raffinata e salottiera Piazza del Duomo. L’ottimo stato di conservazione della Rocca di Soncino, terza tappa del viaggio, rende la visita al borgo murato un’avventura d’altri tempi, e invoglia a immedesimarsi nella figura del capo della fortezza o delle dame e dei cavalieri che la fecero trasformare in una fastosa e imponente residenza nobiliare. Si giunge infine a Pandino per ammirare il Castello Visconteo meglio conservato della Lombardia e riconoscere, tra simboli e figure presenti negli affreschi che ne ricoprono le pareti, stemmi ed emblemi dei suoi primi nobili proprietari, Bernabò Visconti e Regina della Scala, signori di Milano.