Gressoney-Saint-Jean
Ufficio del Turismo di Gressoney-Saint-Jean
Villa Deslex - Strada Regionale 44 3
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Alpenfauna Museum Beck Peccoz
Località Predeloasch 9
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Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Villa Margherita – Palazzo municipale
Via Villa Margherita 1
www.comune.gressoneystjean.ao.it
Condizioni di visita: su richiesta al Comune; ingresso gratuito
Castel Savoia
Località Belvedere
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Condizioni di visita: ingresso a pagamento al castello; ingresso gratuito al giardino botanico
Il Tisch, la parlata introdotta dai walser nel XIII secolo, informa la toponomastica della conca di Gressoney, divisa in Onderteil (a sud di Gressoney-Saint-Jean), Mettelteil (l’antico borgo) e Oberteil (Gressoney-La-Trinité, nella parte terminale della valle). Il nucleo storico di Saint-Jean si raccoglie intorno a due piazze: la ondre platz (inferiore), intitolata a Umberto I, circondata da edifici del XVII-XVIII secolo fra cui il primo albergo di Gressoney (sorto nel 1717, tra i suoi ospiti annovera il naturalista svizzero Bénédict de Saussure), e la obre platz o piazza superiore, con la parrocchiale di San Giovanni Battista. Il porticato della chiesa, di origini cinquecentesche ma ristrutturata nel Settecento, è scandito da edicole affrescate della Via Crucis risalenti al XVIII secolo, mentre all’interno è esposto un Crocifisso ligneo duecentesco.
Alle porte dell’abitato, la collezione di armi e trofei di caccia (circa duemila tra corna e palchi) raccolta nel XIX secolo dalla famiglia di origine walser Beck Peccoz costituisce l’Alpenfauna Museum, allestito in un edificio dei primi del Novecento. A pochi passi, anche il Municipio (o Villa Margherita) porta la firma dei Beck Peccoz: la struttura Art Nouveau a guglie, frontoni e balaustre fu la residenza della famiglia dove, tra stufe bavaresi in ceramica smaltata, soffitti intarsiati e arredi sontuosi, la regina Margherita passò le vacanze fino al 1903. L’anno seguente, la sovrana si trasferì a Castel Savoia, dimora da favola che l’architetto Emilio Stramucci progettò intorno a uno scalone in rovere a doppia rampa da cui gli ambienti, con splendidi affacci sulla vallata e sul Rosa, si diramano in una ecclettica mescolanza di dettagli liberty e decorazioni neogotiche, in cui spiccano i grandi camini, le boiserie intarsiate e le fotografie d’epoca che ritraggono le ascensioni in montagna di Margherita. Ai piedi del castello, le aiuole rocciose del Giardino botanico ospitano specie montane come la stella alpina, l’aquilegia e l’arnica.
Sulle tracce dei walser, una breve passeggiata dal borgo conduce ai villaggi di Alpenzu Grande e Alpenzu Piccolo, dove si ammirano stadel databili dal XVII al XIX secolo. Su due piani, queste tipiche costruzioni rurali erano costituite da una base in muratura adibita a stalla, dalle quali, tramite una scala, si accedeva alla struttura superiore in larice che ospitava gli alloggi e le camere. Il “cappello” del fungo era in pietra, per isolare il fienile dall’umidità. Lo stadel più antico, all’ingresso del paese in località Greschmatto, risale al 1547 e aveva funzione di prigione.