Giardino di Ninfa (Cisterna di Latina)
Via Provinciale Ninfina 68
giardinodininfa.eu
Condizioni di visita: visite guidate a pagamento su prenotazione
CISTERNA DI LATINA
La Riviera di Ulisse – Informazioni di Assistenza al Turista di Latina
latinaturismo.it
Tra le sorgenti carsiche che sgorgano ai piedi dei Monti Lepini, quella che dà origine al torrente Ninfa è particolare, sia per la sua bellezza sia per ragioni storiche: infatti qui già in epoca preromana sorgevano alcuni ninfei, cioè tempietti deputati al culto delle ninfe (da cui il toponimo). E in epoca romana questa fu una rinomata località di villeggiatura non lontana dal tracciato della Via Appia, che correva a pochissima distanza. Fu proprio questa prossimità a rendere strategico il luogo, che infatti ricadde tra le pertinenze pontificie, divenendo dall’VIII secolo un importante punto di controllo degli accessi a Roma. Per questa posizione, Ninfa poté prosperare per alcuni secoli. Nel 1222 vi passò Francesco d’Assisi nel corso del suo viaggio verso sud, e probabilmente vi sostò anche Corradino di Svevia, prima della sua cattura per mano di Giovanni Frangipane. Ninfa fu a lungo contesa tra i Colonna e i Caetani, ma furono questi ultimi a detenerne quasi sempre la proprietà: dopo la sua distruzione (1382) durante il confitto tra Urbano VI e Clemente VII, il centro fu abbandonato e l’intera zona umida divenne malarica, per poi tornare in mano ai Caetani nel 1504, grazie all’intervento di Giulio II. Ma solo nell’Ottocento iniziarono i primi timidi lavori di recupero dell’area, che venne bonificata del tutto solo all’inizio del secolo successivo: è a questo periodo che risale l’attuale aspetto del parco, con i giardini, i vialetti e le diverse ramificazioni del torrente, che serpeggia limpido tra piante esotiche e fascinose rovine, ciò che resta delle mura e delle torri merlate del vecchio Castello Caetani (risalente alla fine XIII secolo), del quale ancora oggi spicca la slanciata torre principale, alta 32 m. Si passeggia tra magnifici giardini cullati dal tranquillo rumore dell’acqua, tra piccoli canali bordati da canneti e ciuffi di piante acquatiche, tra resti di vecchie Abbazie e Chiese risalenti a un periodo compreso tra l’XI e il XIII secolo. L’intera area è gestita dalla Fondazione Roffredo Caetani che, in collaborazione con la Lipu, ne assicura la tutela e cura meticolosamente gli elegantissimi giardini, in cui fioriscono gelsomini, peri tropicali, ciliegi cinesi, melograni e molte piante provenienti da altre latitudini, come il fitto boschetto di bambù che alligna al centro dell’oasi, proprio di fianco al fiume. Questo è il posto ideale per trascorrere qualche ora in totale serenità, lontano dalle strade frequentate. Nel 2000 la Regione Lazio ha dichiarato l’oasi Monumento Naturale.