Tappa 2

Sermoneta

PRO LOCO
Piazza del Comune 1 
prolocosermoneta.it
Arroccato sul versante occidentale dei Monti Lepini, in posizione dominante sulla Piana Pontina, il borgo di Sermoneta reca chiarissima l’impronta del periodo medievale, ma è di antica fondazione, giacché sorse su un sito frequentato già in epoca preistorica. Il centro è cinto da mura che gli Annibaldi eressero nel XIII secolo insieme alla Rocca; questa fu successivamente acquisita da Bonifacio VIII, con i possedimenti che comprendevano l’attuale Oasi di Ninfa, a poca distanza nella piana sottostante. Addentrandosi nelle viuzze del centro, strette tra case medievali in pietra ben conservate, si giunge alla piazzetta su cui si affaccia la Cattedrale dell’Assunta, eretta nel XIII secolo in forme romanico-gotiche e più volte rimaneggiata; la Chiesa è annunciata da lontano dal bel campanile romanico a cinque ordini di bifore. Un breve passaggio conduce al cosiddetto Giardino degli Aranci, riparato parco pubblico in posizione panoramica. Si riprende a salire e, seguendo Via della Fortezza, si raggiunge l’ingresso del possente Castello Caetani, che si erge in alto sulla destra a sovrastare il centro abitato. Ben restaurato dopo i danni subiti nel corso dell’ultima guerra, il castello è di proprietà della famiglia Caetani, che lo gestisce e lo rende visitabile mediante la Fondazione Roffredo Caetani.

CASTELLO CAETANI (SERMONETA)
Via della Fortezza
giardinodininfa.eu/collections/castello-caetani-di-sermoneta
Condizioni di visita: ingresso a pagamento, visite guidate a pagamento e su prenotazione
Il fortilizio, ben evidente anche da lontano, si trova nella parte più alta del borgo di Sermoneta; eretto dagli Annibaldi nel corso del Duecento, è uno dei più affascinanti e meglio conservati dell’Italia Centrale. Un breve viottolo lastricato in pietra conduce in leggera salita a uno slargo che offre una magnifica vista sull’Agro Pontino: sullo sfondo si staglia il profilo degli edifici moderni di Latina e, appena oltre, il mare. Al centro di quest’ampio cortile una bocca di pozzo si affaccia su una delle tre cisterne per la raccolta dell’acqua piovana: fu una delle grandi ricchezze di questa inespugnabile fortezza, per il resto difesa da alte mura merlate, torri e ponti levatoi. Come quello che difende il poderoso maschio, la torre principale alta oltre 40 m; all’interno, nel luogo più sicuro del castello, si trovano le stanze nobili e la camera da letto del signore. Questi sono gli unici ambienti usciti del tutto illesi dalle alterne vicende della Seconda Guerra Mondiale, quando il castello venne utilizzato come rifugio da centinaia di sfollati. Dalla torre principale, attraverso camminamenti coperti, si potevano raggiungere diversi angoli del castello. Molto bello è ad esempio il camminamento di ronda, che tra poderose merlature regala un affaccio da una parte sul cortile, dall’altra sulla vallata: verso nord si intravedono l’Abbazia di Valvisciolo e la torre merlata che si erge al centro dell’Oasi di Ninfa. In fondo al cortile del castello si apre la cosiddetta Casa del Cardinale, il cui salone centrale è abbellito da dipinti di epoche comprese fra il XII e il XVI secolo. Gli ambienti contigui sono riccamente affrescati (XV secolo) e dotati di grandi camini; in queste stanze avrebbe soggiornato anche Lucrezia Borgia. La grande scuderia ha una volta a botte isolata grazie all’impiego dell’“incannucciata”, un impasto di fango e cannucce.

ABBAZIA DI VALVISCIOLO (SERMONETA)
Via Abbadia 14
facebook.com/abbaziadivalvisciolo
Condizioni di visita: ingresso gratuito, visite guidate a pagamento su prenotazione

PRO LOCO
Piazza del Comune 1
prolocosermoneta.it
La fondazione dell’Abbazia risale all’VIII secolo e si deve a monaci greci, ma la struttura attuale è frutto di massicci rifacimenti operati nel Duecento dai Templari. Nei secoli successivi l’intero Complesso fu pertinenza dei Cistercensi, che vi apportarono ulteriori modifiche. Su un ampio piazzale panoramico affacciato sulla Piana Pontina si affaccia la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, risalente al 1240. La sua facciata romanica è dominata da un grande rosone centrale, che illumina l’interno a tre navate sorrette da pilastri rettangolari, secondo i canoni dell’architettura cistercense. La struttura è stata riportata al suo aspetto originario grazie ai restauri condotti nella seconda metà del secolo scorso. Una piccola porta all’inizio della navata destra immette in un breve corridoio, che a sua volta conduce al chiostro duecentesco, anch’esso restaurato all’inizio degli scorsi anni ’60: qui sfilano in serrata successione eleganti colonnine binate, a bordare l’intero perimetro dell’arioso ma raccolto spazio quadrangolare. È rinverdito da un giardino, il chiostro, e al centro si apre un pozzo; la luce crea in questo spazio affascinanti giochi e il silenzio invita alla meditazione. Sulla destra della Chiesa si trovano gli altri ambienti del Monastero, le celle dei monaci e il Museo dell’Abbazia, che custodisce incisioni di Dürer, Rembrandt, Piranesi, Goya e altri.

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