Ventotene
IAT Informazione
c/o Comune
Piazza Castello 1
Museo Archeologico
Piazza Castello 1
Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico
Località Il Semaforo
Via Olivi
I venti hanno modellato i profili e forse anche il nome della deliziosa Ventotene, dal 1999 protetta dalla Riserva naturale e area marina. Chi vi approda si trova davanti un’isola schiva e tranquilla rispetto alla vivace Ponza, dai colori tenui e dall’atmosfera spartana, in cui proprio a causa della forte ventosità le piante d’alto fusto sono pressoché rare e lasciano spazio a una vegetazione mediterranea di ginestre, cardi selvatici, rovi e intere pareti di fichi d’India. A tutto questo fa eco un mare cristallino, dai fondali ricoperti di praterie di posidonia, con anfratti, grotte popolate da una coloratissima fauna marina, irresistibile richiamo per gli appassionati di immersioni.
L’isola si può percorrere tutta a piedi, dal porto scavato nella roccia dai detenuti, come ricorda la “Cisterna dei detenuti” ancora visitabile, ai saliscendi che portano al centro del paese tutto di origine e aspetto settecentesco. Con i Borbone, piazza Castello era la piazza d’armi con edifici militari, cui nell’Ottocento si aggiunsero dimore signorili, e a dominio di tutto il Forte, prima caserma borbonica poi carcere, oggi sede del Comune e del Museo archeologico, con una collezione di antichi tesori ripescati dai fondali dell’isola lì esposti a testimoniare del commercio e della navigazione in epoca romana. Oltre il centro del paese la suggestione rimanda ancora all’antica Roma e alle vicende, quasi romanzesche, che spesso vivevano i suoi personaggi illustri: sono evocate nei resti di Villa Giulia, dal nome della prima nobildonna romana, figlia di Augusto, che la abitò, esiliata qui per tradimento e adulterio e seguita negli anni da altre mogli di imperatori accusate di essere fedifraghe, ribelli, infedeli: Agrippina e Livilla, sorelle di Caligola, Ottavia, moglie di Nerone, Flavia Domitilla, accusata di “ateismo e giudaismo” da Domiziano. Per chi ama guardare in alto, il Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico è il luogo giusto da visitare, per osservare gli uccelli che passano nel loro volo verso l’Africa e saperne di più sulla rete delle rotte migratorie dell’avifauna che collega le isole mediterranee.
Nella piccola Santo Stefano, inclusa come Ventotene nella Riserva naturale e area marina protetta, si ha un assaggio di natura selvaggia e ci si addentra, letteralmente, in una vicenda storica forte e importante. Attraverso escursioni guidate, infatti, si può visitare il Carcere Penitenziario Borbonico, che con la sua imponenza sovrasta l’isola. Costruito alla fine del Settecento da Ferdinando I delle Due Sicilie, è un’architettura quasi teatrale ispirata alle teorie illuministe, un edificio a ferro di cavallo che affaccia su un grande piazzale in cui negli anni furono rinchiusi detenuti comuni e politici, da Gaetano Bresci ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, autori del celebre “Manifesto di Ventotene” alla base dell’idea di Europa unita, fino a Sandro Pertini. È lì ancora oggi, silenzioso a dominare l’isola e tracciarne l’identità.