I Trabocchi di Vallevò (Rocca San Giovanni)
TRABOCCO PUNTA TUFANO
Contrada Vallevò 78
Tel. 3334436831
infoturismo@traboccopuntatufano.it
www.traboccopuntatufano.eu
In contrada Vallevò, nel Comune di Rocca San Giovanni, si possono ammirare alcuni fra i trabocchi più noti. La memoria locale tramanda che i primi furono costruiti tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento da famiglie di ebrei provenienti dall’Europa centrale, i Verì e gli Annechini, grazie all’unione delle conoscenze degli uni e degli altri: i primi abili costruttori di ponteggi e i secondi funari. I trabocchi sono sostanzialmente macchine da pesca che devono la loro forma alla necessità di pescare in mare mantenendo il contatto con la terraferma. La struttura del trabocco è simile a quella di una palafitta: una piattaforma sorretta da pali sulla quale si installa il congegno per calare e ritirare la rete, e una baracca per ripararsi. Nei tempi più antichi i pali infissi tra le fessurazioni degli scogli erano di acacia, un legno dalla fibra sottile e compatta, resistente all’umidità. Con l’avvento della ferrovia i pali in legno cominciarono a essere abbinati o sostituiti da spezzoni di rotaia ma, per le caratteristiche di lunga resistenza alla marcescenza e di flessibilità che la rende adatta a resistere alla forza dei marosi, l’acacia continua a essere preferita per gran parte della costruzione. Il livellamento della piattaforma veniva eseguito anticamente facendo riferimento alla linea dell’orizzonte del mare. Una lunga passerella, che appoggia sugli scogli affioranti seguendone la disposizione, collega la piattaforma alla terraferma. Quattro lunghe antenne permettono di distendere la larga rete, che in alcuni trabocchi ha un’ampiezza superiore a 250 m2. Con un argano, che la tradizione vuole di legno, si avvolgono le funi che assicurano la rete permettendo di calarla in acqua e ritirarla. La pesca avviene a vista, ovvero si issa la rete quando si vede passarci sopra i pesci, per lo più sarde, alici, cefali, latterini e il raro pesce riso.