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Toscana

Colle Val d’Elsa. Mondo di cristallo

Itinerario

Colle Val d’Elsa. Mondo di cristallo

in collaborazione con Touring Club Italiano

La storia del borgo medievale di Colle di Val d’Elsa, arroccato su una collina dove ancora oggi si produce la maggior parte del cristallo italiano, è legata da secoli alla produzione artistica del vetro. Per conoscerla, il luogo privilegiato è il Museo del Cristallo allestito in un’ex vetreria ottocentesca che incanta i visitatori con le forme bizzarre e i caleidoscopici colori degli oggetti, creati dal medioevo fino all’avvento del design. C’è persino una foresta di cristallo, capace di evocare, con i suoi giochi di luce, le emozioni che solo il vetro sa suscitare in chi lo contempla. La sorpresa continua nei laboratori del paese, che perpetuano e rinnovano la tradizione con gli attrezzi del vetraio e i vasi in vetro bianco incisi a mano con paesaggi evanescenti e fantasie ispirate al mondo vegetale.

Come la lavorazione del vetro, antesignana di quella del cristallo, sia stata introdotta a Colle di Val d’Elsa, non si sa con certezza. Sicuramente però nel Medioevo le trafficate “vie della fede” – la Strada Romea prima e la Via Francigena poi – che collegavano l’Europa a Roma permettendo il passaggio di uomini, idee e conoscenze, portarono quest’arte raffinata nella cittadina toscana, dove ha continuato a fiorire fino a oggi trasformando Colle di Val d’Elsa in una piccola “Boemia d’Italia”. Per conoscere i dettagli di quest’avvincente avventura, vale la pena di visitare il primo e unico Museo del Cristallo del nostro Paese, allestito nell’area della ex Vetreria Boschi. Qui, in uno spazio sotterraneo multipiano, tra una selva di colonne e travi di acciaio, si ripercorrono i momenti salienti della storia della produzione del cristallo colligiano, dai reperti vitrei rinvenuti nel XIV secolo alla fondazione della prima fabbrica moderna di cristalleria nel 1820, a opera del maestro vetraio francese Francesco Mathis. A lui subentrò nella direzione, quindici anni più tardi, il bavarese Giovan Battista Schmidt e, nei primi decenni del Novecento, l’imprenditore-vetraio colligiano Modesto Boschi. Passando in rassegna le vetrine in cui luccicano vasi, bottiglie, coppe, calici e sculture di cristallo, si entra in contatto con questo materiale prezioso e durevole, sottile e brillante, terso e luminoso, adatto a essere inciso e molato con raffinate decorazioni che avvolgono gli oggetti rendendoli dei veri e propri capolavori di scultura. Alla fine del percorso espositivo si entra persino in una foresta di cristallo, interpretazione scenografica dello spaesamento e degli infiniti riflessi e rimandi che questo materiale sa evocare. La sorpresa continua nei laboratori artigianali del cristallo ancora attivi nel paese, dove l’incessante ricerca sui materiali e letrasformazioni del design sono sinonimo di arte e vera passione.

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