Gradara. Rocca dell’amore
Itinerario
Gradara. Rocca dell’amore
Guardando svettare dall’alto Gradara, si ha subito l’impressione di entrare nel Medioevo e di percepirne atmosfera e suggestioni. Il borgo, la Rocca e le imponenti mura trasportano immediatamente in un’altra dimensione e inevitabilmente evocano il ricordo, di dantesca memoria, dell’amore infelice e struggente tra Paolo e Francesca. Tutto qui narra la loro passione che ancora aleggia tra le sale della Rocca, arricchite nei secoli da affreschi, arredi e opere d’arte. Chi avesse ancora voglia di romanticismo potrà passeggiare infine sul Sentiero degli Innamorati, che cinge in un abbraccio la Rocca e il morbido paesaggio intorno.
Un piccolo universo dall’aspetto fiabesco e incantato è quello racchiuso dalle mura di Gradara, delizioso borgo fortificato che si erge su un colle a poca distanza dal mare, nell’immediato entroterra marchigiano. La visita alla Rocca, straordinario esempio di struttura fortificata trasformata dai secoli, dimora delle casate più in vista tra Quattrocento e Cinquecento, non può prescindere dal ricordo dei celebri versi danteschi «Amor ch’a nullo amato amar perdona…» sussurrati da Francesca nel V Canto dell’Inferno e destinati a diventare tra i più celebri della letteratura di tutti i tempi. Sul finire del Duecento si combina la pacificazione tra Ravenna e Rimini, mediante l’unione della bella Francesca da Polenta con il più anziano Giovanni Malatesta o Gianciotto, detto “lo Sciancato”. Il matrimonio, forse avvenuto tramite la procura del giovane e avvenente fratello di Gianciotto, Paolo, è destinato a naufragare nel sangue a causa dell’amore scoccato, a quanto pare proprio fra queste mura, tra Francesca e Paolo. Fu il celebre libro «galeotto» narrante le vicende di Ginevra e Lancillotto a indurre in tentazione i due amanti, sorpresi da Gianciotto e trucidati. Da quel momento, secondo la versione dantesca, le loro anime vagheranno per sempre avvinghiate nel girone infernale dei lussuriosi.