Tappa 1

Orto botanico (Padova)

Via Orto Botanico 15
www.ortobotanicopd.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento, prenotazione consigliata; nel 2024 le serre del Giardino della Biodiversità sono chiuse al pubblico per lavori di manutenzione straordinaria

Un patrimonio vegetale tra i più antichi del mondo e un punto di riferimento indiscusso per la ricerca in ambito naturalistico e botanico. È questo l’Orto Botanico, al cui progetto contribuì quasi certamente l’architetto Andrea Moroni, basandosi sia sulla forma trapezoidale del terreno a disposizione, sia, come spesso succedeva a quel tempo, su saperi che riguardavano la geografia, l’astrologia e il rapporto tra uomo, natura e divino. A tutto ciò rimandano anche i cerchi e i quadrati che compongono la pianta dell’Orto, forme dai profondi significati simbolici e tipiche delle architetture rinascimentali. Nel corso dei secoli l’Orto è stato arricchito sia nelle raccolte botaniche, preziose e provenienti da tutto il mondo, sia dal punto di vista strutturale, senza perdere però la sua impronta originaria di hortus conclusus, spazio racchiuso tra alte mura in cui “coltivare” sapere e scienza. In particolare, tra Settecento e Ottocento sono state costruite le porte monumentali d’ingresso, le fontane e le aiuole, sono stati aggiunti busti di scienziati illustri e statue per ingentilire gli spazi e serre in muratura per migliorare la conservazione delle piante. Passato glorioso, dunque, ma non solo: dal 2014 l’Orto si è arricchito del Giardino della Biodiversità, una serra ipertecnologica di vetro, lunga circa 100 metri, che proietta questo luogo verso il futuro, senza tradirne l’identità. Nelle serre si compie un viaggio tra le forme, i colori e i profumi della incredibile biodiversità dei cinque continenti, tra scoperta e suggestione. E si ripercorre anche la storia del rapporto millenario tra mondo vegetale e uomo: si ritrovano così il caffè – con gli spostamenti avventurosi dei suoi semi dall’Africa al resto del mondo – e il cacao, quel Theobroma cacao che significa “dono di Dio”, i cui semi erano usati dai maya come alimento prezioso e in alcune zone anche come moneta. Ma si scoprono anche piante meno note e dai molti utilizzi, come la palma del viaggiatore (Ravenala madagascariensis), le cui foglie accumulano acqua utile a dissetare i viaggiatori e sono usate tanto nell’edilizia tradizionale quanto nell’alimentazione, o le piante succulente, che crescono in ambienti aridi e inospitali e diventano fonti preziose di acqua e cibo per le popolazioni che vi abitano. Fanno parte dell’Orto anche il settecentesco Teatro Botanico, che è un’aula usata ancora oggi per incontri e lezioni, la biblioteca storica, che custodisce testi di botanica dal Quattrocento a oggi, uno spazio per le mostre temporanee e, di recente inaugurazione, il Museo Botanico, il nuovo spazio espositivo del complesso che svela la storia dell’Orto e delle sue piante attraverso straordinarie collezioni botaniche prima precluse al grande pubblico. In bilico tra botanica e medicina, vi si potrà tra l’altro ammirare parte dell’erbario storico, immenso archivio della biodiversità vegetale ordinato tra Otto e Novecento e comprendente 800 mila esemplari di piante essiccate e oltre 16 mila provette contenenti semi di ogni genere. Da non perdere nel percorso di visita la bellissima Spezieria, dove, tra alambicchi, mortai, bilance e miscele, si imparerà a conoscere le proprietà delle piante attraverso i più enigmatici casi di avvelenamento della storia, da Seneca a Cangrande della Scala, e l’evoluzione dei farmaci nel tempo, dagli antibiotici alla penicillina, ai primi chemioterapici. Molto piacevole è il piccolo bookshop, sospeso nel silenzio, tra arredi in legno a tema naturalistico.

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