Orto botanico di Padova
Via Orto Botanico 15
Tel. 049 8273939
www.ortobotanicopd.it
info@ortobotanicopd.it
Apertura: aprile tutti i giorni 10-19, maggio-settembre martedì-domenica 10-19, ottobre martedì-domenica 10-18, novembre-marzo martedì-domenica 10-17
Condizioni di visita: ingresso a pagamento e su prenotazione
Un patrimonio vegetale tra i più antichi del mondo e un punto di riferimento indiscusso per la ricerca in ambito naturalistico e botanico. È questo l’Orto Botanico, al cui progetto contribuì quasi certamente l’architetto Andrea Moroni, basandosi sia sulla forma trapezoidale del terreno a disposizione, sia, come spesso succedeva a quel tempo, su saperi che riguardavano la geografia, l’astrologia e il rapporto tra uomo, natura e divino. A tutto ciò rimandano anche i cerchi e i quadrati che compongono la pianta dell’Orto, forme dai profondi significati simbolici e tipiche delle architetture rinascimentali. Nel corso dei secoli l’Orto è stato arricchito sia nelle raccolte botaniche, preziose e provenienti da tutto il mondo, sia dal punto di vista strutturale, senza perdere però la sua impronta originaria di hortus conclusus, spazio racchiuso tra alte mura in cui “coltivare” sapere e scienza. In particolare, tra Settecento e Ottocento sono state costruite le porte monumentali d’ingresso, le fontane e le aiuole, sono stati aggiunti busti di scienziati illustri e statue per ingentilire gli spazi e serre in muratura per migliorare la conservazione delle piante. Passato glorioso, dunque, ma non solo: dal 2014 l’Orto si è arricchito del Giardino della Biodiversità, una serra ipertecnologica di vetro, lunga circa 100 m, che proietta questo luogo verso il futuro, senza tradirne la storia e l’identità. Nelle serre si compie un viaggio tra le forme, i colori e i profumi della incredibile biodiversità dei cinque continenti, tra scoperta e suggestione. E si ripercorre anche la storia del rapporto millenario tra mondo vegetale e uomo: si ritrovano così il caffè – con gli spostamenti avventurosi dei suoi semi dall’Africa al resto del mondo – e il cacao, quel Theobroma cacao che significa “dono di Dio”, i cui semi erano usati dai Maya come alimento prezioso e in alcune zone anche come moneta. Ma si scoprono anche piante meno note e dai molti utilizzi, come la palma del viaggiatore (Ravenala madagascariensis), le cui foglie accumulano acqua utile a dissetare i viaggiatori e sono usate tanto nell’edilizia tradizionale quanto nell’alimentazione, o le piante succulente, che crescono in ambienti aridi e inospitali e diventano fonti preziose di acqua e cibo per le popolazioni che vi abitano. Negli spazi dell’Orto sorgono anche il settecentesco Teatro Botanico, che è un’aula usata ancora oggi per incontri e lezioni, la biblioteca storica, che custodisce testi di botanica dal Quattrocento a oggi, uno spazio per le mostre temporanee e un vasto erbario, che testimonia i cambiamenti della flora locale negli ultimi centocinquant’anni. Molto piacevole è il piccolo bookshop, sospeso nel silenzio, tra arredi in legno a tema naturalistico.