Tappa 1

Cattedrale (Chioggia)

Rione Duomo 77
www.cattedralechioggia.it
Condizioni di visita: ingresso gratuito

“Paese sospeso in aria, che ha da spartire più con la fantasia che con le immagini delle città di mare. È un rettangolo di terra che pare voglia staccarsi dagli orti che lo tengono legato a Sant’Anna e Brondolo, per avventurarsi in mare a conoscere posti nuovi, a fare altre esperienze”: così scriveva il giornalista Orio Vergani, cogliendo la doppia anima di Chioggia da sempre sospesa fra terra e mare. La leggenda la vuole fondata da Clodio, un esule troiano che le avrebbe dato il suo nome. Di certo, Chioggia era già sviluppata in epoca romana e nel medioevo raggiunse un’importanza notevole grazie al commercio del sale, tanto che alla fine del XIV secolo Genova e Venezia se la contesero per controllarne le ricchezze. Dominata da Venezia fino all’epoca napoleonica e in seguito dagli austriaci, Chioggia improntò nei secoli la sua economia sulla pesca, che tuttora ne è il perno. E dalla centralità della pesca e delle attività collegate deriva la forma a spina di pesce del centro, con le linee verticali della piazza e dei canali che incrociano quelle orizzontali delle calli, in una struttura regolare e funzionale. Proprio all’inizio di corso del Popolo, la piazza-strada che è asse portante di questa struttura nonché centro della vita sociale cittadina, la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta dà il benvenuto ai visitatori. L’architetto Baldassarre Longhena la progettò nel 1623, anche se la struttura originaria risale al 1100, come ricorda la fontana che si trova all’esterno ed è decorata con elementi dell’epoca. Elegante e sobria, conserva all’interno i suoi tesori maggiori, in particolare in una cappella laterale – in cui le reliquie dei santi patroni Felice e Fortunato sono circondate da pregevoli tele di Palma il Giovane, Piazzetta e Tiepolo – e nelle navate, con un bancone della bottega di Brustolon, il Michelangelo del legno, e tele di artisti seicenteschi. Suggestive anche le tolèle, tavolette votive tipiche della devozione popolare: piccoli quadri dipinti su tavole di legno che raccontano i miracoli e le grazie ricevute dalla gente del luogo, tra storie di naufragi, guarigioni e infortuni.

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