Ivrea
Protetta dall’arco morenico della sua Serra e affacciata sulla Dora Baltea, l’antica colonia romana Eporedia ebbe grande importanza nel medioevo, in quanto attraversata dalla trafficata Via Francigena e ancor più per la figura di Arduino, marchese di Ivrea e primo re d’Italia dal 1002 al 1015. Alla sua epoca, o meglio alla volontà del potente vescovo Warmondo, strenuo oppositore di Arduino, si deve la costruzione del Duomo, eretto in chiave romanica su un tempio romano. Alterato nel tempo (romanici restano la cripta, il tiburio e i campanili dell’abside), presenta facciata neoclassica e interno barocco. Un ampio frammento del mosaico pavimentale della chiesa, databile al XII secolo e raffigurante le arti liberali, si trova murato sotto il portico del cortile del settecentesco palazzo del Seminario, a pochi passi dal Duomo. Sempre nei pressi del Duomo svettano le imponenti torri del castello, simbolo della città e ricordo della dominazione sabauda, che su Ivrea avvenne a partire dal 1356.
MAM – MUSEO A CIELO APERTO DELL’ARCHITETTURA MODERNA
Via Jervis 13
www.mamivrea.it
Condizioni di visita: a richiesta Comune di Ivrea Piazza Vittorio Emanuele 1 www.ivreacittaindustriale.it Nella storia contemporanea, la data di svolta per la città fu il 1908, anno in cui Camillo Olivetti vi fondò la prima fabbrica di macchine per scrivere. A partire dagli anni Quaranta il figlio Adriano chiamò a Ivrea grandi nomi dell’architettura e dell’urbanistica come Luigi Figini e Gino Pollini per progettare un complesso di edifici e spazi pubblici da inserire nel tessuto urbano della città e mettere a servizio della comunità e dei lavoratori. L’area della “città di Olivetti” si sviluppa lungo l’asse di via Jervis, su cui affacciano, tra gli altri, gli Stabilimenti Olivetti Ico, costruiti a partire dal 1898 e comprendenti la fabbrica “Mattoni Rossi” progettata da Camillo. Particolarmente rappresentativi sono: le case per famiglie numerose di Figini e Pollini (1940), di matrice razionalista, pensate con giardini di pertinenza; l’Unità Residenziale Ovest (1969-1974), conosciuta come “Talponia”, progettata su due piani a semicerchio su un pendio artificiale e coperta da una strada percorribile; il monumentale palazzo per uffici del 1960, con forma di stella a tre punte; la mensa (1953, Ignazio Gardella), con una capienza di 1600 persone e comprensiva di spazi ricreativi e culturali. Gli edifici e gli spazi del complesso Olivetti compongono il Museo a cielo aperto dell’Architettura Moderna, un percorso con stazioni tematiche che illustrano il progetto di “modernizzazione sociale” di Adriano.