Orrido di Bellano
Ne fa menzione Stendhal nel suo “Viaggio in Italia” quando, entusiasta, narra del suo lungo periodo trascorso sulle sponde lariane e della malia esercitata su di lui dall’ambiente lacustre. Di sicuro ha impressionato il pittore svizzero Johann Jakob Wetzel, se lo ha descritto come “Un teatro di bellezza e spaventi, [da cui] si sente uscire un rumore simile a quello del tuono”, e pure Sigismondo Boldoni, illustre poeta e scrittore bellanese che nel Seicento lo definiva “Orrore di un’orrenda orrendezza”. E non han mica esagerato, perché l’Orrido di Bellano è davvero uno straordinario fenomeno naturale, dove l’acqua che, potente, salta e precipita giù verso il lago con un boato spaventoso genera sconcerto ma anche tanta fascinazione. Le origini di questa gola naturale risalgono a circa 15 milioni di anni fa, scavata millimetro dopo millimetro dal torrente Pioverna, le cui acque han modellato la roccia formando gigantesche marmitte, incantevoli spelonche, tetri, stretti canyon. L’Orrido si visita mediante passerelle ancorate alla roccia, stupendo scenario sulle acque che con fragore si infrangono sulle pareti pietrose creando spettacolari giochi di luce. Si visita pure la Ca’ del Diavolo, la torre accanto all’Orrido a strapiombo sul Pioverna, dalle enigmatiche origini e avvolta da leggende misteriose. Prende il nome da alcuni graffiti che ritraggono demoni con forconi che han scatenato la fantasia popolare, designando la torre come luogo di riti satanici e festini orgiastici. Completamente ristrutturata, si inserisce in un percorso museale su tre piani, con installazioni multimediali che narrano la storia del territorio, a tratti magica, e delle sue lontane origini.