Grado
PRO LOCO
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Calli strette, campielli chiassosi si insinuano tra le abitazioni antiche dei pescatori e intorno ai rari edifici sacri paleocristiani. È questo il centro antico di Grado, il castrum dell’isola tra mare e laguna, rifugio sicuro degli aquileiesi in fuga dalla furia devastatrice degli Unni prima e dei Longobardi poi. Da quel momento il borgo non ebbe espansioni fuori dalle mura fino al 1892, quando Grado fu ufficialmente riconosciuta come stazione climatica e dotata dei primi alberghi, spesso adibiti a centri di cura. Seguirono opere di bonifica e, con la costruzione di un ponte che nel 1936 la collegò alla terraferma, l’espansione dell’abitato fin sulla vicina isola della Schiusa che ben presto la trasformò in una destinazione balneare assai popolare. Nella più disadorna semplicità paleocristiana si eleva la basilica di Sant’Eufemia, l’antica cattedrale della città eretta nel VI secolo dal vescovo Elia, che al suo interno tutela mosaici pavimentali di inestimabile ricchezza, estesi su una superficie di 700 metri quadrati. Preziosi pure i mosaici in Santa Maria delle Grazie, anch’essa basilica paleocristiana voluta dal vescovo di Aquileia Cromazio, nel 401 riparato a Grado in fuga dalle incursioni di Alarico, e portata a termine circa due secoli dopo dal vescovo Elia. Cornice naturale del pittoresco borgo antico, il mondo magico della laguna con il lungo arenile ininterrottamente baciato dal sole, il blu dell’Adriatico, il verde della rigogliosa vegetazione rifugio di una notevole varietà di volatili, il silenzio di isole, isolette e barene, le lingue di sabbia affioranti a pelo d’acqua.