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Parco Regionale Storico di Monte Sole - Marzabotto (BO)

PARCO REGIONALE STORICO DI MONTE SOLE - MARZABOTTO (BO)Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia Orientale
enteparchi.bo.it/Parco_Storico_di_Monte_Sole

Sviluppato su 6300 ettari circa tra i Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, è l’unico parco italiano istituito con lo scopo di ricordare alle future generazioni gli eventi drammatici che vi si svolsero, mantenendone viva la memoria. All’interno del parco si segue agilmente il Percorso del Memoriale, che si sviluppa su tracciati in parte asfaltati, in parte sterrati, ma tutti piuttosto agevoli e segnalati. Con partenza dal Centro Visite Il Poggiolo, il Percorso del Memoriale tocca i luoghi simbolo dell’eccidio e si spinge fino alla vetta del Monte Sole (826 m), sulla cui cima una stele ricorda i partigiani sacrificatisi in queste valli durante la guerra di Liberazione. Ricchissima è anche la flora del parco, che può vantare un terzo della biodiversità dell’Emilia-Romagna e la presenza di numerose specie animali selvatiche.

PERCORSO DEL MEMORIALE - MARZABOTTO (BO)
Centro Visite Il Poggiolo
Località San Martino
Via S. Martino 25
www.facebook.com/RifugioReEsistente

In pochissimi giorni tra la fine di settembre e i primi di ottobre del 1944 le colline e le valli intorno a Marzabotto furono teatro di uno dei più feroci eccidi compiuti dalle SS tedesche nel nostro Paese. Fu qui che si consumò lo sterminio di centinaia d’innocenti e con essi di una parte della Brigata Partigiana Stella Rossa, pianificato con ferocia dalle forze naziste. I reparti tedeschi trucidarono settecentosettanta persone inermi, in gran parte donne e bambini, ritenuti sostenitori dei partigiani presenti in quelle zone. Si può partire da San Martino di Caprara, adiacente al Centro Visite Il Poggiolo: qui i Tedeschi radunarono una cinquantina di persone davanti alla casa colonica e le trucidarono a colpi di mitraglia; poi bruciarono i loro corpi, la casa e anche la Chiesa, distruggendo l’altare. Nel nucleo di Caprara di Sopra furono una quarantina a perire nella cucina di un’osteria, massacrati con il lancio di bombe a mano dalla finestra e raffiche di mitraglia; la casa venne minata e crollò sui corpi già consumati dal fuoco; i pochi che riuscirono a scappare furono inseguiti e uccisi. Un altro episodio di bieca violenza avvenne nella vicina frazione di Casaglia. Asserragliate nella Chiesa attorno a Don Ubaldo Marchioni, che trovò la morte sull’altare, una novantina di persone tra donne e bambini andarono incontro a una fine orribile: condotte nel vicino cimitero, furono massacrate davanti alle croci che ancora portano i segni di quella ferocia. A Cerpiano, infine, sede di una casa colonica e di un Oratorio dedicato all’Angelo Custode, almeno cinquanta abitanti morirono asserragliati nella Chiesetta nella quale piovevano letali bombe a mano.

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