Conegliano. Tra la luce del Cima e le colline del fare
Itinerario
Conegliano. Tra la luce del Cima e le colline del fare
Tutto intorno a Conegliano ci sono le colline del prosecco, modellate dai vigneti e dalla luce morbida catturata da molti artisti del passato, tra cui Giovanni Battista Cima più noto come Cima da Conegliano. E sono proprio la luce, i colori, l’atmosfera incantata che Cima mise nei suoi quadri a permeare il cuore antico della città, dove l’aria garbata della provincia che aleggia tra portici, palazzi storici, dimore affrescate si fonde mirabilmente con le diverse forme di espressioni artistiche presenti quasi in ogni angolo. Ma per cogliere appieno l’essenza di Conegliano, bisogna ancor più penetrare nella sua anima e captare quello slancio produttivo vivace e instancabile che la percorre e che viene raccontato in due interessanti musei d’impresa: il Museo del Caffè Dersut, dedicato ai saperi e al mondo che ruota attorno alla bevanda simbolo italiana, e il Museo della Chiave Bianchi 1770, con una collezione preziosa di oltre duemila esemplari da tutto il mondo.
Il paesaggio che avvolge Conegliano sembra emergere dalle tele del suo figlio più noto, quel Cima che con le sue pennellate sapeva raccontare la luce. Arrivati in centro è subito eleganza discreta, non esibita, da scovare nei giardini quasi segreti che fanno capolino da alcuni portoni o negli affreschi en plein air, come quelli sulla facciata del Monte di Pietà. Contrada Grande, oggi via XX settembre, è il cuore antico attorno a cui si raccolgono i tesori di Conegliano e viene naturale partire da qui per scoprirli. Dal Duomo con la vicina e stupefacente Sala dei Battuti a Palazzo Sarcinelli in cui dialogano antico e moderno, dalla Casa-museo di Cima da Conegliano fino al Castelvecchio, che svetta su un panorama meraviglioso.
Con le sue vie e i suoi portici Conegliano sembra un emblema della provincia italiana bella e operosa: una piccola città nata ai piedi di una fortificazione e diventata poi un luogo dall’anima commerciale, manifatturiera e agricola che ha trovato nel vino una delle sue cifre più forti. Qui furono sperimentati alcuni metodi innovativi per produrre il vino, qui fu fondata la Regia scuola di viticoltura nel 1876 e qui si produce il celebre prosecco, inserito con le sue colline nella lista dei siti Patrimonio Unesco.
Oltre al prosecco Conegliano sa raccontare anche la storia di un’altra bevanda, il caffè, italianissimo ma con radici in tutto il mondo, dalla Turchia allo Yemen fino al Madagascar. Nel Museo del Caffè Dersut, a pochi minuti dal centro e dallo stabilimento in cui tuttora si produce, si parte dal chicco per arrivare all’espresso fumante che ogni giorno si beve nei bar, scoprendo i segreti della tostatura e della macinazione, le macchine storiche e quelle moderne per “fare il caffè”, di cui sembra quasi di sentire il profumo.
Dalla Conegliano di oggi ci si muove nel tempo e nello spazio anche visitando il Museo della Chiave Bianchi 1770, seguendo la guida insolita di chiavi, lucchetti e serrature provenienti da tutto il mondo. Un patrimonio di oltre duemila esemplari di artigianato e tecniche diverse, ispirata da un pugno di chiavi realizzate da un abilissimo mastro locale alla fine del Settecento e che nel tempo ha dato vita a un’eccellenza.