
Volpedo. Il paesaggio di Pellizza
Itinerario
Volpedo. Il paesaggio di Pellizza
Un gioco di specchi tra l’artista e l’ambiente, tra le opere e i luoghi in cui visse e morì Pellizza da Volpedo, massimo interprete del Divisionismo italiano e autore del famosissimo dipinto Il Quarto Stato. Si parte da Volpedo, borgo natale del pittore, ancora immerso in una pacata aura ottocentesca, per catturare, nelle tele riprodotte agli angoli delle strade, colori e figure mescolati in un realismo d’ispirazione sociale. Di fronte alle sue opere, nel suo studio e nel piccolo museo a lui dedicato, ci s’interroga sulle simbologie della pittura nascoste nelle scene quotidiane di Panni al sole, La neve, Vecchio mulino o Famiglia di emigranti. Sul sentiero d’arte e natura che s’inoltra per 5 chilometri nella campagna tortonese, si ricercano infine i paesaggi e le vibrazioni di luce creati dal pennello di questo poetico illusionista del colore.
Ciò che rende Volpedo un paese indimenticabile è la sua dimensione ottocentesca agricola e tranquilla, ben riconoscibile nella struttura urbanistica e nelle tradizioni rurali ancora intatte. Ma ciò che gli conferisce una connotazione preziosa e singolare sono le opere e le memorie del suo cittadino più illustre, il pittore Giuseppe Pellizza (1868-1907), che in questo paesino piemontese disteso sul versante destro della Val Curone non solo nacque, ma decise anche di vivere e di operare, affermandosi come uno dei maggiori protagonisti del Divisionismo italiano fra Otto e Novecento. Passeggiando tra le silenziose vie e le piazze del borgo, cadenzate dai colori e dalle luci dei tempi di Pellizza e dalle riproduzioni delle tele dell’artista, si possono comprendere fino in fondo il linguaggio pittorico e le simbologie racchiuse in quadri che ritraggono scene di vita reale come La piazza di Volpedo, Panni al sole, Lo specchio della vita. Le tappe principali del percorso urbano sono lo studio del pittore di via Rosano, con il suo impagabile lascito di tele, libri, oggetti e ricordi, e il Museo didattico che racconta la lunga e sofferta elaborazione, durata ben dieci anni, del capolavoro Il Quarto Stato, simbolo di un nuovo coinvolgimento dell’arte nell’impegno sociale e umanitario. Alle porte del paese ha inizio il sentiero campestre denominato “La Montà di Bogino”, che si addentra per 5 chilometri nelle terre un tempo appartenute alla famiglia, dove Giuseppe amava dipingere en plein air. Qui il gioco di corrispondenze tra le opere e i luoghi dell’anima di Pellizza s’illumina di luci nuove, trasferite dall’artista nelle sue tele con pennellate brevi e ravvicinate di colore puro.