Tappa 2

Le spiagge da Alghero a Bosa

Per immettersi da Alghero sulla strada panoramica che conduce a Bosa bisogna superare la spiaggia di Las Tronas, prediletta dalle famiglie del posto, che prende il nome da due scogli cilindrici a forma di trono: sulla scogliera che divide le due lingue di sabbia s’innalza un bel palazzo liberty che ora ospita un lussuoso hotel. Appena fuori dall’abitato, la prima spiaggia che si incontra è Cala Bona, rocce di calcare rosato che si trasformano in comode piattaforme per i bagnanti. È un posto molto amato dai subacquei, che s’immergono in un mare dai fondali colorati di vegetazione e ricchi di pesci. Appartata e altrettanto frequentata dagli appassionati di immersioni, come pure da snorkeller, è l’appartato Canal dell’Omo Molt (Canale dell’uomo morto): nonostante il nome poco augurale, la caletta è una piccola piscina naturale tra gli scogli, dai colori cangianti che trapassano dal verde smeraldo al blu cobalto. Proseguendo si scorgono le indicazioni per Cala Burantinu, una delle più belle di questo tratto di costa, lambita dalle infinite tonalità azzurre del mare e avvolta da macchia mediterranea, tuttavia impossibile raggiungere da quando alcuni residenti hanno interdetto il passaggio pubblico lungo lo sterrato che porta al mare. L’unico modo per arrivarci resta la barca o, per i trekker più irriducibili, il sentiero in costa che parte dal Canal dell’Omo Molt. Ma come consolazione, in località Poglina, la spiaggia della Speranza, ampio semicerchio di ciottoli e sabbia di un giallo dorato, è ben attrezzata con servizi balneari, bar e invitante ristorante a pochi metri dall’acqua, richiamo degli appassionati di surf perché spesso sferzata dai venti di Libeccio e Scirocco. Ora la costa si fa alta scogliera, con piazzole panoramiche dove accostare per gettare lo sguardo sullo spettacolare tratto di litorale tra Porto Tangone e il massiccio promontorio di Capo Marargiu, Sito di importanza comunitaria, tra le cui scogliere nidificano i grifoni, che spesso si avvistano volgendo lo sguardo al cielo. L’osservazione del grifone, “entolzu” in sardo, è diventata un’attrazione turistica, cosicché lungo le pendici di Capo Marargiu, un sentiero conduce in posti di avvistamento. A mano a mano che ci si avvicina a Bosa, il mare e le calette di acqua verde-azzurra tornano a fare capolino tra la macchia mediterranea. Ed eccoli lì gli scogli piatti di Cala di Torre Argentina, contrassegnata da una torre cinquecentesca, meta ideale dei camperisti, e l’area di Tentizzos (“tentacoli”), con le sue spiaggette di sabbia e ciottoli, anfratti e piccole insenature, scogliere e piscine naturali dall’acqua color smeraldo. Poco dopo, Cala Cumpoltitu, incastonata tra le pareti di roccia, si fa notare per la fine sabbia bianca della sua spiaggia e per le sfumature azzurro e indaco del mare che la lambisce. Ormai in prossimità della meta, la spiaggia di S’Abba Druche (“acqua dolce”) si presenta con le sue tre calette separate da rocce di tufo, con un arenile di sabbia fine dorata e un mare cristallino dalle sfumature verde-azzurro.

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