Tappa 1

Alghero

UFFICIO TURISTICO (Ofici Turístic de l'Alguer)
Via Cagliari 2
algheroturismo.eu

CATTEDRALE DI SANTA MARIA
Piazza Duomo
www.algheroweb.net/cattedrale.php
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

MUSA-MUSEO ARCHEOLOGICO DI ALGHERO
Via Carlo Alberto 72
museialghero.it/museo-archeologicomuseialghero.it/museo-archeologico
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Anno Domini 1541. Nella Pláia Cívica la folla si accalca sotto Palau Albis. L’imperatore, affacciato alla finestra, saluta al grido di «Siete tutti cavalieri». Non lesina i complimenti, l’astuto Carlo V d’Asburgo, il sovrano sul cui reame, da Vienna a Ciudad de Mexico, non tramontava mai il sole, tant’è che rincara la dose: «Bella, davvero, e ben difesa» prosegue lodando con i suoi cortigiani le bellezze della città. Ora si sente in sintonia con i cittadini «cavalieri» e può procedere tranquillamente, senza timore di scontentare la città «bella e ben difesa», con la massiccia requisizione di derrate alimentari per i marinai delle 40 galere della flotta imperiale che fanno scalo nel porto di Alghero per andare a far guerra ai mori ad Algeri. Questo è l’incontro, forse un po’ romanzato, del grande imperatore con la “ciutat de L’Alguer”, come si dice in lingua catalana, ancora oggi parlata, seppure in forma arcaica, nella città sarda, in verità la meno sarda dell’isola. Impareggiabile approdo naturale, il porto del piccolo villaggio di Alghero già nel XII secolo fece gola alla famiglia genovese dei Doria, che lo fortificarono. Ma l’importanza storica di Alghero inizia nel 1323 con la conquista catalano-aragonese della Sardegna. Occupate Cagliari e Sassari, ai catalani occorreva un comodo approdo nel nord-ovest dell’isola, quindi niente di meglio che puntare sulla roccaforte di Alghero, che nel 1354, a seguito della imponente spedizione di re Pietro IV d’Aragona, viene interamente ripopolata da gente proveniente dai domini iberici. Nel corso degli anni le innumerevoli piccole torri genovesi vengono abbattute e sostituite con altre più alte e più solide, le mura vengono rinforzate e ampliate, e Alghero elevata al rango di città, “la ciutat de L’Alguer”, godendo dei privilegi che i catalani garantivano alle colonie d’oltremare. Salvaguardate da meticolosi lavori di recupero edilizio che ha adibito le torri a spazi espositivi, quelle mura sono ancora lì, a custodire la lunga storia catalana della “piccola Barcellona” in terra sarda e un centro storico dove tra le vie acciottolate sfilano chiese e architetture medievali. Cuore pulsante ne è la Pláia Cívica, vivace spazio irregolare, quasi una via allargata tra i palazzi tra i quali spicca l’imperioso Palau Albis, interessante esempio di architettura civile del XVI secolo da dove nel 1541 si affacciò Carlo V. Dalla piazza si stacca la via Carlo Alberto che, insieme alla perpendicolare via Roma, è l’asse più frequentato del centro storico, nelle sere d’estate talmente affollata dai turisti a spasso tra negozi e locali che quasi si fa fatica ad avanzare. Pláia Cívica si restringe poi senza soluzione di continuità fino a piazza Duomo dove svetta la Cattedrale di Santa Maria. La sua costruzione ebbe inizio nel secondo quarto del XVI secolo, dopo che, divenuta sede vescovile nel 1503, Alghero volle una grandiosa cattedrale che emulasse le architetture religiose catalane. Di stile gotico-catalano sono infatti la zona absidale e l’alto campanile prismatico cuspidato, alla cui base si apre la bella porta secondaria (“porta petita”) finemente decorata. Di gusto gotico-catalano, come mostrano il presbiterio, alcune cappelle e il campanile poligonale gugliato, anche la chiesa di San Francesco, costruita, con la sua austera facciata, alla fine del Quattrocento. Nel bel chiostro coevo si tengono importanti manifestazioni musicali. Tre sezioni tematiche consentono di approfondire la storia culturale e identitaria della città al MUSA-Museo archeologico di Alghero. La prima, dedicata al mare, espone i reperti provenienti da relitti romani e dal villaggio nuragico di Sant’Imbenia, il più antico scalo marittimo dell’isola; la seconda è dedicata ai modi dell’abitare e indaga gli insediamenti del territorio dai villaggi del Neolitico alla Alghero medievale. L’ultima parte dell’allestimento è rivolta al sacro, con testimonianze dalle necropoli neolitiche, nuragiche, romane, fino alle sepolture del tardo medioevo.

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