Loreto
SANTUARIO DELLA SANTA CASA
Piazza della Madonna 1
Tel. 0719747155
sacrestia@delegazioneloreto.it
www.santuarioloreto.va/it
Apertura: tutti i giorni 6.15- 19.30
La prima notizia relativa a questo frequentatissimo luogo di pellegrinaggio risale al 1294: su questo colle, secondo la tradizione, si sarebbe posata la Santa Casa in cui Gesù visse a Nazareth dopo il ritorno dall’Egitto. Attorno all’abitazione sorsero poi il Complesso sacro e il borgo, soprattutto dopo il 1469, quando papa Paolo II concesse indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che vi si recavano. Al cantiere della nuova Basilica-fortezza parteciparono i grandi architetti del tempo: il Bramante, Andrea Sansovino, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. Nuovo sviluppo venne nel secolo seguente con papa Sisto V, che modellò basilica e borgo in un insieme omogeneo. Fulcro di Loreto è la movimentata Piazza della Madonna, abbellita al centro da una fontana del XVII secolo. All’esterno le strutture difensive la rendono simile a una fortezza, condizione indispensabile a causa della vicinanza al mare e del pericolo delle incursioni dei pirati. Vi si accede attraverso un’ampia facciata tardo-rinascimentale aperta da tre porte bronzee. L’interno è un grandioso ambiente tripartito dominato da affreschi tardo-ottocenteschi; le cappelle del transetto e dell’abside prendono i nomi dalle nazioni che hanno contribuito alle decorazioni. In corrispondenza della grande cupola si trova la Santa Casa: il recinto marmoreo, disegnato dal Bramante nel 1509 e realizzato da altri grandi artisti rinascimentali, è dedicato alle Glorie della vita della Madonna (splendida, in particolare, l’Annunciazione del Sansovino); all’interno le nude pareti in mattone della Casa di Cristo sono appena ingentilite da alcuni affreschi medievali. Grandi artisti del Rinascimento affrescarono le sagrestie della Basilica: a quella di San Marco lavorò Melozzo da Forlì, a quella di San Giovanni Luca Signorelli, mentre la cosiddetta Sala del Tesoro porta la firma del Pomarancio. Recentemente è tornata a essere esposta all’interno della Basilica la più antica e forse più nota opera di Lorenzo Lotto, che raffigura i Santi Cristoforo, Rocco e Sebastiano (1532-33), dove spicca la figura del gigante Cristoforo traghettatore sulle acque di Cristo bambino.
MUSEO PONTIFICIO SANTA CASA
Piazza della Madonna
Tel. 0719747198
museopontificio@delegazioneloreto.it
www.museopontificioloreto.it
Apertura: tutti i giorni 10-13 e 15-18
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Ospitato all’interno del Palazzo Apostolico, il museo racchiude arredi, ceramiche e oggetti liturgici del ricco patrimonio della Santa Casa, tra cui la splendida collezione di ceramiche da farmacia cinque-seicentesche e arazzi tessuti tra il 1620 e il 1624. Cuore delle collezioni è il corpus di opere di Lorenzo Lotto, che decoravano in gran parte l’antica cappella del coro del Santuario, alcune delle quali eseguite dal pittore negli ultimi anni della sua vita, conclusasi come oblato nella Santa Casa. Veneziano di nascita, Lorenzo Lotto (1480 circa-1556/57) visse un’esistenza inquieta, con continui spostamenti dal Veneto alle Marche e una tappa romana, sempre tormentato dalla preoccupazione della povertà. Nella sua arte si fondono una straordinaria maestria tecnica, un uso sapiente del colore e una spiritualità molto accesa. Tra le opere custodite nel museo si ammira il Battesimo di Cristo del 1544; più o meno alla stessa epoca appartengono il movimentato Sacrificio di Melchisedec e le incredibili sinfonie cromatiche messe in atto nel San Michele Arcangelo caccia Lucifero e nell’Adorazione del Bambino. Agli anni intorno al 1550 invece appartengono Cristo e l’adultera e il Combattimento tra la Fortezza e la Fortuna infelice; quest’ultima, ricca di sottintesi simbolici, tende a esaltare il valore della forza, intesa come risorsa interiore, sulla mutevole fortuna. Di più modesto valore è l’Adorazione dei Magi (1552-55), mentre è un capolavoro la Presentazione di Gesù al tempio (1555 circa), considerata l’ultima opera del pittore, eseguita quando ormai era quasi cieco e lasciata incompiuta. Lo spazio fonde la grandiosità del tempio salomonico teatro dell’episodio biblico e la Basilica di Loreto, mentre nel vecchio e barbuto frate che si affaccia in alto è forse da riconoscere un ultimo intenso ritratto dello stesso Lotto.