Santuario della Santa Casa (Loreto)
Piazza della Madonna 1
www.santuarioloreto.va/it.html
Condizioni di visita: ingresso gratuito
La prima notizia relativa a questo frequentatissimo luogo di pellegrinaggio risale al 1294: su questo colle, secondo la tradizione, si sarebbe posata la Santa Casa in cui Gesù visse a Nazareth dopo il ritorno dall’Egitto. Attorno all’abitazione sorsero poi il complesso sacro e il borgo, soprattutto dopo il 1469, quando papa Paolo II concesse indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che vi si recavano. Al cantiere della nuova basilica-fortezza parteciparono i grandi architetti del tempo: Bramante, Andrea Sansovino, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. Nuovo sviluppo venne nel secolo seguente con papa Sisto V, che modellò basilica e borgo in un insieme omogeneo. Fulcro di Loreto è la movimentata piazza della Madonna, abbellita da una fontana del XVII secolo. All’esterno le strutture difensive la rendono simile a una fortezza, condizione indispensabile a causa della vicinanza al mare e del pericolo delle incursioni dei pirati. Vi si accede attraverso un’ampia facciata tardo-rinascimentale aperta da tre porte bronzee. L’interno è un grandioso ambiente tripartito dominato da affreschi del tardo Ottocento; le cappelle del transetto e dell’abside prendono i nomi dalle nazioni che hanno contribuito alle decorazioni. In corrispondenza della grande cupola si trova la Santa Casa: il recinto marmoreo, disegnato da Bramante nel 1509 e realizzato da altri grandi artisti rinascimentali, è dedicato alle Glorie della vita della Madonna (splendida, in particolare, l’Annunciazione del Sansovino); all’interno le nude pareti in mattone della casa di Cristo sono appena ingentilite da alcuni affreschi medievali. Grandi artisti del Rinascimento affrescarono le sagrestie della basilica: a quella di San Marco lavorò Melozzo da Forlì, a quella di San Giovanni Luca Signorelli, mentre la cosiddetta sala del Tesoro porta la firma del Pomarancio. È tornata a essere esposta all’interno della basilica la più antica opera di Lorenzo Lotto, che raffigura i Santi Cristoforo, Rocco e Sebastiano (1532-33), dove spicca la figura del gigante Cristoforo traghettatore sulle acque di Cristo bambino.
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