Canolo
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CHIESA SAN NICOLA DI BARI
Traversa II Via Umberto, 89040 Canolo RC
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EX SANATORIO DI ZERVÒ
89056 Santa Cristina d'Aspromonte RC
https://zervo.it/
Canolo è un piccolo comune di nemmeno 700 abitanti, a 946 m di altitudine, tra gli speroni orientali dell’Aspromonte. A dominare il borgo è il monte Mutolo, dalle caratteristiche vette denominate “le Dolomiti del sud”. Sebbene non sia una località molto grande, è interessante visitare alcuni dei suoi edifici, prima di tutto la Chiesa di San Nicola di Bari, consacrata nel 1753 dal vescovo Rossi e successivamente elevata ad arcipretura. Nel 1783 la chiesa fu quasi interamente distrutta dal sisma che scosse la zona, dopo il quale venne costruito un muraglione per contenere lo straripamento del Novito e un canale per convogliare l’acqua piovana evitando danni alle architetture. Queste misure di contenimento non furono abbastanza perché la successiva alluvione e un nuovo terremoto causarono gravi danni. In tutto questo la chiesa continuò ad essere riparata e ricostruita, tanto che i popolani le si riferiscono come a un “eterno cantiere”. Finalmente, negli anni ‘50 del Novecento, il paese fu trasferito sui piani della Melia con il nome di Canolo Nuova, ora più popolosa di Canolo, che rimane il centro comunale ufficiale. Prima di ripartire da qui, vale la pena visitare anche il Santuario della Madonna di Prestarona, antico luogo di culto che risale a prima dell’anno Mille. Riprendendo la mountain bike si risale verso i Piani dell’Aspromonte, attraversando Piano Abbruschiato, dichiarato nel 1955 Sito di Interesse Comunitario per tutelare cinque diverse specie di animali, tra cui l’aquila di montagna e il pipistrello ferro di cavallo. Il tratto successivo passa per le cascate di Mundu e Galasia, situate sul torrente Barvi, nel territorio di Molochio. È un piccolo angolo di paradiso in cui si trova anche una rara felce preistorica che è presente solo in alcuni luoghi remoti dell’Italia meridionale e in zone umide, la Woodwardia radicans. Qui potete fermarvi per una sosta, magari per un pic nic, e poi ripartire alla volta del Piano dello Zilastro e delle sue pinete, risalendo ai 1099 m. Poco oltre, dopo un’altra salita, si incontra l’ex sanatorio di Zervò. L’edificio, destinato a ospitare i militari reduci dalla guerra malati di tubercolosi, fu costruito nel 1925 circa in un territorio di quasi 400 ettari immersi nel bosco di pini e faggi, e oggi è meta di interesse per tutti coloro che passano per l’Aspromonte. Il sanatorio fu chiuso dopo pochi anni a causa delle condizioni sfavorevoli, come il freddo, la mancanza di medici e il fatto di trovarsi in una zona così isolata, impervia e difficilmente raggiungibile. Superato il sanatorio e il Santuario della Madonna della Salute ci si immerge in una fitta pineta in cui si trova Pietra Salva, uno dei monoliti che caratterizzano l’Aspromonte, come il masso di Pietra Cappa, nei pressi di Valle Infernale.