Arquà. A casa del Petrarca
Itinerario
Arquà. A casa del Petrarca
La casa di Francesco Petrarca ad Arquà è leggermente modificata rispetto all’originale, ma il paesaggio che da qui si gode corrisponde esattamente a quello ammirato dal poeta. Al primo piano si scoprono nello studiolo, arredato con la sua sedia e la sua libreria, le tracce dei suoi ultimi anni di vita e, negli affreschi postumi che rappresentano le sue opere, si rivela la sua fama. Al piano terra ricordi e leggende riemergono tra documenti e carte del tempo, rendendo quest’abitazione “viva” del ricordo del poeta. Lasciando la casa, si prosegue lungo i piccoli tornanti del borgo fino al sepolcro del Petrarca, simbolo laico di un culto propiziatorio, dove è facile incontrare poeti in cerca di ispirazione, che ne fanno meta di un vero e proprio pellegrinaggio letterario.
Il peregrinare di Francesco Petrarca poco più che sessantenne, stanco e malato, trova riposo in uno dei borghi più suggestivi dei Colli Euganei, che al cuore del poeta deve essere sembrato un balsamo per gli acciacchi, Arquà Petrarca. È qui che trascorse in pace gli anni della vecchiaia, circondato da nuovi amici e dai familiari, e continuò gli studi fino all’ultimo dei suoi giorni, il 19 luglio 1374. Dall’abitazione, che con ogni probabilità fu donata al poeta da un nobile di Padova della famiglia dei Carraresi, suo caro amico, si gode un panorama unico in cui la generosità dei Colli Euganei non smette mai di riempire gli occhi. La struttura odierna della casa è più o meno immutata rispetto a quella voluta dallo stesso Petrarca quando decise di ristrutturarla seguendone personalmente i lavori. Un’ala era riservata alla servitù, un’altra all’abitazione padronale; in quest’ultima il Petrarca fece ridecorare le pareti, alcune con scene tratte dalle sue opere principali. Nella sala di rappresentanza, detta Stanza Centrale, è illustrato il Canzoniere; in un salotto minore, detto Stanza di Cleopatra, sono rappresentate alcune scene del poema Africa. Più evocativi e romantici, invece, i decori della camera da letto, detta Stanza di Venere, che ritraggono la dea impegnata a chiedere a Vulcano di forgiare i dardi per Cupido. In questa stessa stanza, all’interno di un’urna, rimasero per molto tempo alcuni frammenti ossei del poeta; oggi sono conservati nella piazza centrale di Arquà Petrarca, a lui dedicata, all’interno dell’arca in marmo rosso di Verona – fatta erigere dal genero Francescuolo da Brossano – su cui si staglia l’effigie in bronzo del Petrarca. È proprio qui che si assiste a un insolito pellegrinaggio di chi probabilmente cerca o invoca un’ispirazione da parte del poeta.