Copertina dell'itinerario Da Alghero a Bosa. Magia e suggestioni lungo la strada panoramica.
Sardegna

Da Alghero a Bosa. Magia e suggestioni lungo la strada panoramica

Itinerario

Da Alghero a Bosa. Magia e suggestioni lungo la strada panoramica

in collaborazione con Touring Club Italiano

La strada panoramica a ridosso del mare che unisce Alghero e Bosa è semplicemente spettacolare. ene lo sa chi ha percorso questo sinuoso nastro grigio di circa 45 chilometri, sospeso tra mare e monti, che regala panorami irresistibili soprattutto al tramonto e ancor più se si viaggia sulle due ruote. Il mare rimane sulla destra se si parte da Alghero, la “Barceloneta” di Sardegna, enclave catalana nel cuore del Mediterraneo. Ma non perde certo di fascino se la si attraversa in senso contrario, partendo da Bosa, un melting pot di colori e scorci panoramici che si riflettono nel Temo, il sinuoso fiume che divide in due l’abitato. Compagne di viaggio le onde del mare che si infrangono sulle calette che su questa manciata di chilometri si susseguono quasi senza soluzione di continuità mostrando i loro arenili bianchi, dorati, rossastri. Un percorso magico, tra incontaminati panorami di macchia mediterranea, un mare che passa dal blu profondo al blu cobalto, dal verde cristallino all’azzurro smeraldo e, talvolta, altissimi in cielo, grifoni che si librano in volo. Questo il litorale, ma da Bosa un’escursione nell’interno, a Villanova Monteleone, riserva sorprese diverse su un mondo diverso ma meno affascinante, quello dell’antica civiltà nuragica e delle tradizioni agro-pastorali che ancora sopravvivono in terra sarda.

Che la si percorra in auto, in pullman o su due ruote, poco conta. Anzi, no, per chi ha la possibilità di percorrerla su due ruote è sicuramente meglio, e conta di più. La strada panoramica a ridosso del mare che unisce Alghero e Bosa è semplicemente meravigliosa. Protagonista di spot pubblicitari automobilistici d’effetto, di quelli che fanno credere di guidare una spider lungo il Big Sur californiano con Jack Kerouac sul sedile di fianco, questo sinuoso nastro grigio di circa 45 chilometri, sospeso tra mare e montagna, regala panorami irresistibili soprattutto al tramonto. Compagne di viaggio le onde del mare che più blu non si può, che si infrangono ora su deliziose spiagge, ora su imponenti promontori profondi e accoglienti, quasi materni anfratti. Dopo aver sorpassato la spiaggia di Las Tronas, si lascia Alghero, la “Barceloneta” di Sardegna, avamposto catalano nel cuore del Mediterrano, l’“Alguer Vella” chiusa e protetta dai possenti bastioni aragonesi. Appena fuori dall’abitato, a catturare l’attenzione sono le rocce di calcare rosato della spiaggia di Cala Bona, regno dei sub che si danno appuntamento anche all’appartato Canal dell’Omo Molt (Canale dell’uomo morto, dal catalano), piccola piscina naturale tra gli scogli dai colori cangianti che vanno dal verde smeraldo al blu cobalto. A Cala Burantinu, una delle più belle di questo tratto di costa, è impossibile accedere da quando alcuni residenti hanno interdetto il passaggio pubblico lungo lo sterrato che porta al mare; ma ci si consola subito con la spiaggia della Speranza, ampio semicerchio dalla sabbia dorata, nei giorni ventosi animato da surfisti. Nel territorio comunale di Villanova Monteleone la costa si fa alta scogliera, e la vista sul tratto di litorale tra Porto Tangone e Capo Marargiu toglie il fiato. Alzando la testa può capitare di veder planare, altissimi, i grifoni che nidificano proprio tra le scogliere di Capo Marargiu, e che talvolta si contendono lo spazio con aquile e falchi pellegrini. Avvicinandosi a Bosa, il mare e le calette di acqua verde-azzurra tornano a essere protagoniste: allo sguardo non sfuggono gli scogli piatti della Cala di Torre Argentina, gli anfratti e le piccole insenature della spiaggia di Tentizzos, la fine sabbia bianca di Cala Cumpoltitu, le tre belle cale di S’Abba Druche. L’arrivo a Bosa, risalendo l’estuario del Temo, è il perfetto coronamento di questo eccezionale itinerario cromatico: al verde della macchia e al blu del mare fa da controcanto la policromia quasi da quadro naïf delle casette verticali abbarbicate tra il fiume e la collina del castello dei Malaspina. Da Bosa una deviazione verso l’interno porta a Villanova Monteleone, borgo di poco più di 2000 anime custodi di tradizioni legate al mondo agro-pastorale.

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