Palazzo Borromeo. Ambasciata Italiana presso la Santa Sede
Itinerario
Palazzo Borromeo. Ambasciata Italiana presso la Santa Sede
A cavallo tra i quartieri Flaminio e Pinciano, a poca distanza da Piazza del Popolo, si erge Palazzo Borromeo, un luogo affascinante che affonda le proprie radici nel rinascimento italiano. Era il 1561 quando Papa Pio IV de’ Medici decise di costruire una villa di campagna per i nipoti Carlo e Federico Borromeo, affidandone i lavori a Pirro Ligorio, virtuoso e illustre architetto napoletano che scelse di incastonare alla stessa la preesistente fontana ornamentale di Giulio III, capolavoro dell’Ammannati. Con la prematura scomparsa di Federico e il trasferimento di Carlo a Milano, il palazzo viene gradualmente abbandonato. Tale situazione perdura sino agli anni ’20 del secolo scorso, quando viene acquistato da Ugo Jandolo, collezionista e antiquario romano che cura un’attenta opera di recupero dell’edificio. Nel 1929 lo Stato Italiano acquista l’edificio per ospitare la sua rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede. Cesare Maria de Vecchi diviene il primo ambasciatore.
«Quando il Presidente della Repubblica e le alte cariche istituzionali si recano a Palazzo Borromeo per incontrare i vertici della Segreteria di Stato vaticana, annualmente, in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi, non abbandonano mai il territorio italiano. L’Ambasciata d’Italia, infatti, è situata sul territorio della Repubblica, a differenza di quanto accade normalmente per le rappresentanze diplomatiche, che sono enclaves all’interno di un altro Stato. Sono invece i dignitari della Santa Sede che lasciano i confini dallo Stato della Città del Vaticano per recarsi a Palazzo Borromeo, posto in territorio italiano». Così il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin descrive l’unicum dell’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, l’unica Ambasciata al mondo che si trovi nella Capitale del medesimo Stato che rappresenta.
Il fascino di questo luogo deriva anche dalla sua originaria collocazione in una immensa area suburbana con distese di «vigne pontificie»: è qui che Pio IV decide di far costruire quella che in antiche fonti d’archivio viene chiamata «vigna fuori porta del Popolo» poi casino, casina, palazzetto o, infine, Palazzina di Pio IV. Un unicum quindi anche dal punto di vista architettonico che si distingue sia dai palazzi urbani sia dalle caratteristiche ville suburbane. Da tempo è in uso la denominazione di Palazzo Borromeo per la sede dell’Ambasciata, in ricordo del santo lombardo al quale è appartenuto per un breve periodo. Oggi il Palazzo è visitabile ed ospita la mostra “Contemporanei a Palazzo Borromeo. Arte e design nell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede”: gli interni, il chiostro e i giardini sono così stati arricchiti da opere d’arte e di design di grandi artisti italiani contemporanei che si aggiungono alle opere di maestri della tradizione.