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Basilicata

Matera. Set mistico e sacro

Itinerario

Matera. Set mistico e sacro

in collaborazione con Touring Club Italiano

Fotogenica, arcaica, profondamente spirituale, Matera ha vestito i panni della Galilea in indimenticabili pellicole a tema biblico da rivivere in un trekking urbano che ai ritmi del viaggio predilige quelli dell’anima. Nell’intrico di case-grotta e cunicoli, campanili slanciati al cielo e chiese rupestri, nella Città dei Sassi ci si sposta “in verticale” tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, gli emicicli rocciosi che la separano dalla gravina in cui precipita e che Pier Paolo Pasolini scelse per ambientare la Passione del suo umanissimo e terreno Gesù. Matera è Gerusalemme anche nella Passione di Cristo di Mel Gibson che, stregato da quel sole “ferocemente antico”, puntò la cinepresa in anfratti, piazzette e scale che costellano la tortuosa e panoramica Strada dei Sassi. Chi poi dei Sassi vuole avere una mistica e ancora cinematografica visione, raggiunga il Belvedere di Murgia Timone che, immerso nel paesaggio ancestrale del Parco della Murgia materana, fu il Golgota eletto dalla settima arte.

“Arrivai a una strada, che da un lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. Bellissima, pittoresca, impressionante”. Nulla come le parole di Carlo Levi descrivono l’unicità della Città dei Sassi, insediamento tra i più antichi al mondo che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Inimitabile groviglio di vicoli e gradinate, casegrotta strette le une alle altre, chiese, archi, palazzi, giardini e terrazze, Matera ha con il cinema un rapporto unico e speciale, che dagli anni Cinquanta l’hanno resa quinta di decine di pellicole. Il suo fascino arcano strega chiunque si aggiri per il labirinto roccioso che la compone, ancor più se, cinefilo, si metta sulle tracce di quei registi che, a loro volta stregati dall’atmosfera spirituale che la permea, hanno qui ricreato i paesaggi biblici della Palestina. Gerusalemme rinasce a Matera nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, che nel 1964 puntò la cinepresa sul Sasso Barisano, il complesso tufaceo più settentrionale nel quale si penetra dalla piazzetta del palazzo del Casale, dove il cineasta bolognese ambientò la scena di Pietro prostrato e piangente per aver rinnegato Gesù. Altri episodi salienti furono girati in via Fiorentini, che il Sasso Barisano taglia in due, e nelle vie adiacenti, percorrendo le quali ci si sente circondati dall’aurea mistica e insieme fortemente umana della Passione: via Lombardi ha fatto da sfondo ai momenti più drammatici della Via Crucis, mentre davanti alla grande chiesa rupestre di San Pietro Barisano fu allestito il tempio dal quale Gesù scacciò i mercanti. Immettendosi sulla tortuosa e panoramica Strada del Sassi che, con scorci sul fondale delle casegrotta, lambisce il Sasso Caveoso, le inquadrature si apriranno sui luoghi della Passione di Cristo di Mel Gibson e di The Nativity Story di Catherine Hardwicke. Diverse per temperamento – realistica e cruda la prima, intima e familiare la seconda –, le due pellicole hanno acceso i riflettori su luoghi iconici della città, come la chiesa rupestre della Madonna dell’Idris che, scavata nel sasso, appare in bilico sul baratro della gravina al pari della chiesa di San Pietro Caveoso, dalla non inusuale facciata barocca. Nel secondo tratto della Strada dei Sassi, davanti alla chiesa della Madonna della Virtù, capolavoro di architettura rupestre inglobata nel banco di calcarenite, e di San Nicola dei Greci, con i suoi affreschi bizantineggianti e le tombe arcaiche antistanti scavate nel tufo, si comprende perché Mel Gibson decise di girare qui le scene dell’Ultima Cena e della Lavanda dei piedi, e anche perché Pasolini scelse via Madonna delle Virtù, sospesa tra cielo e terra, per ricostruire la porta di Gerusalemme che Gesù varca accolto da una moltitudine festante di abitanti e rami d’ulivo. Biblici per eccellenza sono, infine, i paesaggi brulli e arsi dal sole di Murgia Timone, il cui Belvedere si apre a est con un panorama su Matera e la gravina da togliere il fiato. I loro silenzi, che si irradiano nelle sconnesse distese carsiche del Parco della Murgia Materana, furono scenario naturale per la Crocifissione di Gibson, le scene corali di Hardwicke e il suicidio di Giuda di Pasolini. Scene dense di spiritualità, che oggi, tanto più alle luci dell’alba o del tramonto, rivive chi con il cuore si mette in ascolto di sé e di questa magica atmosfera.

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