Tappa 5

Abbazia di Praglia

ABBAZIA DI PRAGLIA
Via Abbazia di Praglia 16, Teolo
praglia.it
Condizioni di visita: ingresso a offerta

VILLA DEI VESCOVI
Locaità Luvigliano, via dei Vescovi 4, Torreglia
fondoambiente.it/luoghi/villa-dei-vescovi
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Dal Castello di Valbona all’Abbazia di Praglia occorre far girare le ruote per circa un’ora e mezzo, per poco più di 20 chilometri. È in questo tratto, dopo aver oltrepassato Bastia di Revolon, che si concentra il maggior dislivello del percorso. Poco prima di raggiungere l’Abbazia, una deviazione porta alla Villa dei Vescovi a Livigliano. La vedete spiccare su un poggio, in tutta la sua eleganza. Correvano i primi decenni del Cinquecento e l’allora Vescovo di Padova immaginava un luogo in cui accogliere e ispirare letterati, artisti, intellettuali del tempo. La villa fu progettata dal veronese Giovanni Maria Falconetto: linee classiche, geometriche, logge e terrazze e, intorno, tanto verde. Gli interni sono affrescati dal pittore fiammingo Lambert Sustris. Oggi la villa è gestita dal FAI, che ne ha curato anche il restauro. Tornando indietro, manca pochissimo all’Abbazia di Praglia. È un complesso monumentale benedettino fondato dai Maltraverso, e le sue prime testimonianze risalgono al 1117. Dal 1124 è legato ai Benedettini di Polirone e dal secolo successivo è un complesso autonomo. Ne fa parte la chiesa dell’Assunta, in stile rinascimentale e con il campanile duecentesco. La facciata della chiesa è semplice e armoniosa, divisa da colonne ioniche in tre sezioni principali e due laterali, che corrispondono alle navate e alle cappelle. Il portale maggiore, attribuito ad Andrea Moroni, risale al 1548, mentre sopra la facciata spiccano il campanile e una cupola cilindrica costruita intorno al 1560. L'interno è a tre navate separate da pilastri ionici e ospita cinque cappelle per lato. La cupola, decorata con affreschi di Giambattista Zelotti, illumina l'incrocio con la navata maggiore. Altre le firme venete: Paolo Veronese, Dario e Alessandro Varotari, Giovanni Battista Zelotti e Antonio Badile, oltre a un Crocifisso ligneo di scuola giottesca e affreschi cinquecenteschi nell’abside. Il chiostro botanico, antico giardino dei monaci, ospita il Laboratorio di restauro del libro, mentre un grande scalone settecentesco porta al chiostro pensile, intorno al quale si sviluppa il monastero. Vi sono poi, da vedere, la sala capitolare, con la Deposizione di Girolamo Tessari, e il refettorio, decorato con tele di Giambattista Zelotti e un coro ligneo barocco. Vi è anche una loggetta panoramica, denominata “del Fogazzaro”. Il chiostro doppio a est ospita la clausura, mentre a ovest il chiostro rustico, un tempo agricolo, è oggi un centro culturale e di accoglienza. La Biblioteca vecchia, con affreschi di Zelotti, è visitabile in occasioni speciali. Il negozio dell'abbazia offre infusi, cosmetici, miele, dolci, libri e vini prodotti localmente. Pochissimi chilometri vi separano dall’ultima tappa: Abano Terme.

Iscriviti alla newsletter e partecipa alla community

Tienimi aggiornato

Partner

Touring Club Italiano
WWF
Slow Food Italia

Iniziativa in collaborazione con

Ministero della Cultura
UNESCO