Tappa 2

Lungo via Belenzani e via Manci

Via Belenzani

Dal lato nord di piazza Duomo si stacca l’elegante via Belenzani, antico tracciato medievale che Bernardo Clesio ampliò e trasformò in chiave rinascimentale includendola nel percorso di collegamento tra la Cattedrale e il castello del Buonconsiglio. Vi affacciano edifici signorili dalle facciate affrescate come Palazzo Alberti Colico, riconoscibile per la ricca decorazione a finta tappezzeria del XV-XVI secolo con motivi floreali e fregi all’antica, Palazzo Thun, con gli stemmi della storica famiglia, e Palazzo Geremia, con affreschi veneti del XVI secolo rappresentanti, tra gli altri, scene della mitologia romana. Una breve deviazione dalla via conduce alla basilica di Santa Maria Maggiore, avviata nel 1520 dallo stesso Clesio su progetto di Antonio Medaglia, che nella bicromia bianca e rossa dell’esterno si ispirò al Rinascimento lombardo, così come nell’interno ad aula unica prese spunto dalla basilica di Sant’Andrea a Mantova di Leon Battista Alberti: qui si tennero le ultime riunioni del concilio, e alcune opere ne sono artistica anticipazione (Disputa con i dottori di Giovanni Battista Moroni, 1551-1552) o rappresentazione (gli affreschi della volta, del 1902, ne ritraggono alcune sessioni).
In avvicinamento al castello del Buonconsiglio, via Manci fu anch’essa investita dalla riforma urbanistica del potente principe vescovo, che eliminò portici e case medievali per fare spazio a edifici signorili, tra cui Palazzo Saracini Pedrotti, con finto bugnato a punta di diamante. Dei primi del XVII secolo è invece Palazzo Fugger Galasso, appartenuto ai ricchi banchieri tedeschi e conosciuto come “la casa del diavolo” in ricordo di una leggenda che lo voleva costruito in una sola notte dal demonio.

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