Tappa 3

Castello del Buonconsiglio

Via Bernardo Clesio 5
www.buonconsiglio.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Esito di una lunga attività costruttiva, il complesso (il più vasto della regione) è costituito da corpi di fabbrica costruiti a partire dal XIII secolo. Dapprima fortilizio imperiale, il Castelvecchio (questo il nome del nucleo più antico, eretto intorno alla torre di Augusto o Torre Grande) assunse presto le caratteristiche di palazzo residenziale, e dal 1255 fu sede del consiglio aulico dei vescovi (da qui il nome di Buonconsiglio). Fu poi per impulso di Bernardo Clesio che il castello divenne banco di prova di numerosi artisti contesi nelle corti rinascimentali dell’epoca. Tra loro, Marcello Fogolino è l’autore del vivace affresco di Carlo Magno in trono che decora la panoramica loggia aperta sulla città del cortile del Castelvecchio. Tra i nomi più illustri che lavorarono per anni e abbellirono il Buonconsiglio spiccano quelli del Romanino e di Dosso Dossi. Al pittore bresciano si devono molti affreschi e decori del Magno Palazzo, il corpo più raffinato e principesco del complesso, voluto da Clesio a partire dal 1528, tra cui la splendida loggia del cortile dei Leoni, una profusione di figure bibliche e profane e accorte illusioni ottiche che fanno convergere l’occhio sul Fetonte sul carro del Sole al centro del soffitto. Sono ancora di Romanino i ritratti degli imperatori nella camera delle Udienze e altri affreschi con scene allegoriche e di genere nell’andito delle cucine, del bagno, lungo lo scalone. Dosso Dossi intervenne invece nella decorazione della sala da pranzo della corte vescovile e nella camera del Camin nero, che affrescò con le Arti liberali, le Virtù e gli stemmi di Clesio. Si torna artisticamente indietro di un paio di secoli nel complesso della torre dell’Aquila, lungo il cammino di ronda, per ammirare il ciclo dei Mesi dipinto da un pittore anonimo alla fine del Trecento: capolavoro del gotico internazionale, descrive minuziosamente la vita e la cultura materiale del tempo scandendo in riquadri, come in un “fumetto” di vivida immediatezza, scene di vita quotidiana (gli svaghi, il lavoro dei campi, il cambiamento delle stagioni).

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