Pecetto Torinese
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Un borgo di antica fondazione, risalente al XIII secolo, sebbene il ritrovamento di un “picinum” in un documento del 1040 rimandi a un insediamento precedente. Comunque sia, Pecetto Torinese è ancora qui, disteso tra poggi coltivati a ciliegi che in primavera offrono una spettacolare fioritura. Sulla destra della via principale, la parrocchiale di Santa Maria della Neve, ricostruita tra il 1739 e il 1742 su progetto dell’architetto Bernardo Antonio Vittone, è affiancata dal campanile e da una torre di guardia del 1106. All’interno si osservano un imponente organo del Settecento e alcune pregevoli tele di autore ignoto. Presso il cimitero, slanciata su un poggio, la romanica chiesa di San Sebastiano custodisce magnifici affreschi di scuola lombardo-piemontese (XV-XVI secolo) con episodi della vita del santo. Pochi chilometri separano Pecetto dal colle della Maddalena, con i suoi 715 m il punto più alto delle colline torinesi. È luogo della memoria il colle a partire dal 1925, quando il sovrano Vittorio Emanuele III, per il decennio della Grande Guerra, vi inaugurò il Parco della Rimembranza in onore dei militi torinesi caduti durante il conflitto. Tre anni dopo, sempre in memoria della Prima Guerra Mondiale, il senatore Giovanni Agnelli fece erigere sulla sommità del Parco il Faro della Vittoria, colossale statua in bronzo che svetta verso il cielo con un faro tra le mani. Da qui, uno straordinario panorama si apre sulla catena alpina e sulla pianura.