Tappa 2

Rocca Grimalda

COMUNE
Piazza Senatore Borgatta
Tel. 0143873121
turismo@comuneroccagrimalda.it
http://roccagrimalda.wixsite.com/turismo

Il piccolo borgo di Rocca Grimalda è rinomato in primo luogo per la coltivazione secolare della vite e per la produzione dei vini pregiati della Val d’Orba, in particolare del Dolcetto, dal profumo fruttato e dal gusto armonico, avvolgente e vellutato. Il paese conserva la sua originaria fisionomia medievale raccolta intorno al castello, appartenuto ai nobili Grimaldi di Genova. Ed è proprio alla rivolta del popolo di Rocca Grimalda contro il signore del castello, che pretendeva di esercitare lo Jus primae noctis sulle spose del feudo, che si riallaccia il corteo carnevalesco della Lachera, insieme ballo e rappresentazione teatrale, danza con le spade e rito propiziatorio della primavera. La popolarità che questa tradizione si è conquistata nel tempo trova riscontro nel Museo della Maschera, che raccoglie maschere e costumi carnevaleschi italiani e stranieri, zoomorfi e antropomorfi, come i “laché”, i simpatici servitori che hanno dato il nome alla festa del paese. Riti e tradizioni antiche coinvolgono anche la cinquecentesca Chiesetta di Santa Limbania, all’estremità sudorientale del paese, dedicata a una santa cipriota venerata a Genova sin dal XIV secolo come protettrice dei mulattieri.

CASTELLO DI ROCCA GRIMALDA
Piazza Senatore Borgatta 2
Tel. 0143873128- 3343387659
info@castelloroccagrimalda.it
www.castelloroccagrimalda.it
Apertura: in base agli eventi; per verificare il calendario delle aperture consultere il sito web; visite guidate per gruppi su prenotazione tutto l’anno
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

I marchesi del Monferrato e di Gavi, Gian Galeazzo Trotti, capitano di ventura dei Visconti di Milano, i Grimaldi di Genova, proprietari del feudo dal 1570: sono diverse le famiglie nobiliari che hanno vissuto in questa sontuosa rocca fin dall’epoca medievale, come attesta la torre cilindrica trecentesca a cinque piani che ancor oggi conserva i graffiti dei reclusi incisi sulle pareti delle antiche prigioni. La visita però comincia dai panoramici giardini all’italiana d’impianto settecentesco, che riservano piccole e gradite sorprese nel boschetto romantico e nel giardino segreto o monastico. E prosegue, dopo aver ammirato la facciata settecentesca del castello, nella cappella decorata a trompe-l’oeil con finti marmi e vasi fioriti. Completano il percorso le cantine e i sotterranei, che un tempo accoglievano carri e carrozze, i saloni del primo piano e il bianco Cortile della Meridiana, raffinata location estiva di concerti e manifestazioni culturali.

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