Tappa 1

Dolceacqua

UFFICIO IAT
Via Patrioti Martiri 30
www.visitdolceacqua.it

Costruito intorno a una torre circolare del XII secolo, il castello Doria che domina Dolceacqua venne a poco a poco ingrandito, trasformandosi in una residenza nobiliare fortificata. L’aspetto diroccato, con le due torri quadrate ancora fiere ai lati, non fa che accentuarne il fascino. Di impronta medievale il quartiere Terra, la parte più vecchia di Dolceacqua, che dal castello scende a seguire l’andamento della collina fino al torrente Nervia con strade concentriche e caruggi su cui affacciano cantine e botteghe artigiane. Nella chiesa barocca di Sant’Antonio Abate, il bel polittico (1515) di Santa Devota, protettrice dei Grimaldi (l’altra famiglia legata al luogo) e del Principato di Monaco, formato da dodici scomparti, ci fa conoscere il pittore nizzardo Ludovico Brea, un grande protagonista del Rinascimento ligure. Si viaggia tra i secoli dell’arte fino all’Ottocento: nel Palazzo Doria Garoscio, la Pinacoteca Morscio raccoglie nature morte e paesaggi del pittore dolceacquino Giovanni Morscio (1887-1972) e degli artisti francesi e italiani conosciuti in occasione di importanti appuntamenti tra cui il Salon des Indépendants di Parigi; tra essi anche Mario Raimondo detto “Barbadirame”. Si attraversa il torrente sul magnifico ponte Vecchio, un’ardita opera d’ingegneria del XV secolo che copre una luce di 33 metri con una sola arcata a schiena d’asino. Il quartiere al di là del ponte, denominato Borgo, è d’impianto ottocentesco e si adatta all’ansa del fiume. Seguendo il corso della corrente si può giungere alla chiesa di San Giorgio, che fu la prima collegiata di Dolceacqua; parte dell’originaria struttura è ancora inglobata in facciata e nella base del campanile. Prima di salutare Dolceacqua, si fa ritorno alla chiesa di Sant’Antonio Abate: proprio di fronte, il monumento al Frantoio omaggia Pier Vincenzo Mela, che nel XVIII secolo scoprì il procedimento di lavatura della sansa d’oliva (da allora applicato in tutto il bacino del Mediterraneo), e omaggia una delle produzioni d’eccellenza del borgo, l’olio extravergine. Senza dimenticate il rinomato Rossese di Dolceacqua, la prima certificazione Dop (1973) riconosciuta tra i vini liguri.

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