Campolessi (Gemona)
LATTERIA TURNARIA DI CAMPOLESSI
Via San Marco, 7
Tel. 346 6160728
In questa latteria turnaria, gestita da due casari, si lavorano ogni giorno circa 18 quintali di latte al giorno provenienti da allevamenti posti nel raggio di 10 chilometri. Lo spaccio annesso al laboratorio ha una grande vetrata da cui è possibile seguire la lavorazione.
Formaggio di latteria turnaria
La tradizione delle latterie turnarie era un tempo diffusa in tutto il Friuli; era un modo economico e facile di gestire il latte, adatto alla produzione casearia di piccola scala tipica del territorio friulano, ricco di allevatori sparsi in ogni borgata.
L'istituzione della latteria turnaria ricalcava e formalizzava l'usanza antica di mettere insieme il latte di più famiglie e caseificare collettivamente. Di questa istituzione restano tracce negli archivi storici gemonesi dove si può leggere di un accordo stipulato nel Settecento tra alcune famiglie di Osoppo per la lavorazione del latte a turno con attrezzi in comune.
Nel 1880 venne istituzionalizzato il sistema delle latterie turnarie con la prima azienda a Collina di Forni Avoltri, seguita da altre in tutto il territorio friulano. Il socio allevatore che partecipava al processo manteneva la proprietà del prodotto finale e lo commercializzava in proprio. La settimana era scandita attribuendo ciascuna giornata di lavorazione a un determinato socio in funzione della quantità di latte conferita. Coloro che portavano una quantità maggiore di latte avevano diritto a più giornate, stabilite in modo fisso sul calendario settimanale, agli altri spettavano le giornate di lavorazione rimanenti. Le forme, una volta asciugate, venivano ritirate dal socio di diritto che provvedeva a stagionarle presso la propria struttura e a commercializzarle.
Con l’andare del tempo e soprattutto con la possibilità di commercializzare il prodotto anche al di fuori della propria area di competenza, borgata o comune, si avviò il processo di trasformazione da latteria turnaria a latteria sociale: il socio, anziché ritirare il prodotto di sua pertinenza, riceveva un compenso in denaro proporzionale al latte conferito o al prodotto lasciato al casaro per la commercializzazione.
Il sistema basato sul cooperativismo iniziò a subire un progressivo abbandono dal dopoguerra per poi subire un definitivo colpo dopo il terremoto del 1976 quando la ricostruzione delle strutture stesse portò alla chiusura di molte latterie e all’abbandono progressivo dei piccoli allevamenti in favore di quelli più grandi. All’inizio degli anni Settanta esistevano ancora molti piccoli caseifici, distanti anche solo un paio di chilometri l’uno dall’altro.
Le poche latterie rimaste si sono mantenute ancora per poche decine di anni e poi hanno iniziato a chiudere a causa della scomparsa degli allevamenti familiari e in seguito a una politica agroalimentare di adesione a consorzi di grosse dimensioni finalizzata a ottenere maggiore penetrazione nel mercato della grande distribuzione.