Parma
UFFICIO INFORMAZIONE E ACCOGLIENZA TURISTICA
Piazza Garibaldi 1
www.parmawelcome.it
Cattedrale, Battistero e Museo diocesano
PIAZZA DUOMO
www.piazzaduomoparma.com
Condizioni di visita: ingresso a pagamento al Battistero e al Museo diocesano; l’ingresso alla Cattedrale è gratuito
CAMERA DI SAN PAOLO
Via Melloni 3
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
A partire dall’XI secolo il potere a Parma fu nelle mani dei vescovi, che per lungo tempo si trovarono a fare i conti con le istanze sempre più pressanti del Comune. Questa fusione di sacro e profano portò a esiti artistici eccelsi, evidenti in piazza Duomo, una delle più fulgide realizzazioni del medioevo europeo. Vi affacciano la Cattedrale, la cui costruzione prese avvio nel 1074, e il Battistero, il cui cantiere aprì nel 1196. A fianco della facciata a capanna della chiesa, alleggerita da tre ordini di logge in cui luci e ombre giocano con l’arenaria, si innalza il campanile, in cotto con profili di pietra. Nel maestoso interno a tre navate, un inno all’iconografia medievale sono i capitelli della navata centrale, su cui si svolge l’eterna la lotta tra il bene e il male tra figure animalesche. Capolavoro assoluto della scultura medievale e mirabile esempio di passaggio dal romanico al gotico è la Deposizione di Cristo di Benedetto Antelami nel transetto destro, firmata a grandi lettere incise con il nome dell’autore e la data: 1178. Come in una scena tridimensionale, lo scultore conferisce alle sue figure profondità e volume, dividendo lo spazio in due: a sinistra della Croce i seguaci di Cristo dolenti e composti, a destra i soldati romani concitati che si disputano la tunica di Gesù. Il vuoto della volta del Duomo è decorato dall’affresco dell’Assunzione della Vergine di Correggio, realizzato tra il 1526 e il 1530 quando ormai Parma era entrata nell’orbita papale e, di lì a pochi anni, farnese. In un vortice di cerchi concentrici, angeli e nubi accompagnano l’Assunta verso la schiera dei beati, mentre l’occhio si perde in un illusionismo visivo in cui il Cristo centrale sembra precipitare dalla luce di un cielo non più reale. Adiacente al Duomo, il Museo diocesano accoglie sei statue antelamiche un tempo nelle nicchie esterne della facciata nord del Battistero.
Quest’ultimo, in marmo rosa di Verona, è un altro capolavoro di Benedetto Antelami. Ottagonale, è strutturato in quattro piani di loggette sovrapposte più una cieca. Lungo il perimetro inferiore corre una fascia di formelle con figure simboliche e fantastiche, mentre tre splendidi portali ne consentono l’accesso: il portale della Vergine (così detto per la lunetta in cui la Vergine è assisa in trono tra i Magi e san Giuseppe) presenta mirabili stipiti con l’albero di Giacobbe e l’albero di Jesse; il portale del Giudizio reca nella lunetta il Redentore; il portale della Vita mette in guardia dai piaceri terreni attraverso allegorie morali. Anche all’interno, a sedici lati con absidiole e volta a ombrello, la mano dell’Antelami è preponderante nel ciclo dei Mesi, raffinata narrazione in pietra delle stagioni e delle attività umane, nonché allegoria del lavoro redento da Cristo.
Alle spalle del Duomo, la chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita alla fine del XV secolo, dietro la facciata barocca cela una decorazione pittorica straordinaria. Del Parmigianino sono i Santi affrescati nei sottarchi delle cappelle della navata sinistra; di Correggio è l’affresco del Transito di San Giovanni (1520) della cupola, capolavoro di illusionismo dalla prodigiosa profondità in cui il maestro applica alla pittura il suo audace “sottinsù”. La chiesa fa parte del monastero di San Giovanni come l’Antica Spezieria, raro esempio di farmacia cinque-seicentesca che conserva arredi lignei originali, vasi di ogni foggia e dimensione e strumenti (fiaschette, alambicchi, mortai) per il trattamento delle erbe officinali.
Ancora a Correggio si devono gli affreschi della Camera di San Paolo o della Badessa (1519), una delle due stanze dell’appartamento privato della badessa Giovanna da Piacenza ubicato nell’antico monastero delle suore benedettine di san Paolo (XV secolo). Splendida la volta a ombrello, sopra un giro di 16 lunette separate da costoloni dipinti a intrecci vegetali che si riuniscono al centro del soffitto con lo stemma araldico della badessa. Dallo spazio illusionistico dell’invaso si affacciano putti, figure mitologiche, festoni di frutta e trofei venatori secondo una iconografia umanistica e neoplatonica.