Archeologia industriale nel Vicentino
Itinerario
Archeologia industriale nel Vicentino
Architettura, slancio imprenditoriale e visione sociale: tra Ottocento e Novecento hanno plasmato il territorio a nord di Vicenza e oggi tracciano un percorso di ar-cheologia e civiltà industriale tra i più interessanti d’Italia. Tra Malo, Valdagno e Schio la mappa la scrivono gli edifici e le loro storie, tra fabbriche imponenti co-me cattedrali e città quasi ideali nate attorno a esse. Come in un crescendo si va dal Museo dell’Arte serica e laterizia di Malo alla Città Sociale di Valdagno, un’utopia diventata realtà attorno allo storico Lanificio Marzotto, per arrivare al-la Fabbrica Saccardo e alla monumentale Fabbrica Alta a Schio, un tempo nota come la Manchester d’Italia.
Malo, Valdagno, Schio: nel profondo Veneto, fuori dalle rotte più battute, si pos-sono riannodare i fili che ancora legano passato e presente industriale tra storia ed economia. Un percorso tutto da guardare, tra architetture industriali e civili che hanno segnato un’epoca con la loro carica innovativa. Dalla Filanda Corielli a Malo, che oggi ospita un interessante Museo dell’Arte serica e laterizia, all’archeologia industriale di Schio e Valdagno: non solo macchinari, ciminiere e spazi per la produttività ma anche spazi pensati per i lavoratori, che nell’ideale avrebbero lavorato meglio se inseriti in un contesto armonioso e a misura d’uomo. È così che da metà Ottocento in poi attorno alle fabbriche della zona na-scono anche teatri e piscine, scuole e biblioteche, giardini e alloggi. Succede a Schio, nella Fabbrica Saccardo e soprattutto nell’area ex Lanerossi, con la Fab-brica Alta, l’affascinante Giardino Jacquard per lo svago dei dipendenti e il vici-no quartiere operaio, con le sue architetture funzionali e curate. E succede a Val-dagno, nella Città Sociale voluta dal conte Marzotto a partire dagli anni Venti del Novecento e ancora visitabile: una città nella città pensata per creare una dimen-sione unica e comunitaria di lavoro e vita che accogliesse operai, dirigenti e im-piegati in un esperimento inedito per quei tempi. Tutti luoghi che nel tempo han-no avuto sorti diverse ma hanno mantenuto intatto il loro fascino: alcuni sono rimasti abitati e vivi, come a Valdagno, altri si sono rivitalizzati accogliendo crea-tivi e artigiani come la Fabbrica Saccardo o si sono fatti custodi di una memoria produttiva e storica come a Malo. Altri, come la Fabbrica Alta, si stagliano silen-ziosi come in un fermo immagine di un passato perduto.