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Umbria

Parco dei Monti Sibillini. Pedalare slow a caccia di orchidee

Itinerario

Parco dei Monti Sibillini. Pedalare slow a caccia di orchidee

Experience sostenibile Non sprecare

Il Parco dei Monti Sibillini, con circa 70mila ettari di superficie a cavallo tra due regioni , Umbria e Marche, ha una ricchezza in termini di biodiversità unica in Italia. Sul versante marchigiano, la parte più suggestiva del percorso è rappresentata dai prati di Ragnolo, dove durante tutta la primavera si può ammirare il tripudio della fioritura delle orchidee selvatiche. Da qui, si raggiunge poi la piana di Castelluccio, dove le piante della famosa lenticchia si mescolano, in un tripudio di colori naturali, alle erbe spontanee come narciso, peonia, tulipano montano, papaveri e fiordalisi.
Siamo sul versante umbro. Qui, l’esperienza più emozionante da fare è immergersi in sella a una mountain bike, con pedalata slow, nel Grande anello dei Sibillini:un percorso di ben 124 chilometri e 14 itinerari diversi dove le piste sono gli antichi sentieri costruiti per le tregge dei contadini, i muli dei boscaioli, gli scarponi dei pastori e i sandali dei pellegrini.

Nel corso dell’attraversamento del Parco dei Monti Sibillini si incrociano faggete d’alto fusto, boschi di roverella e carpino nero (fino ai mille metri), e poi, salendo, alcune specie rare, come la stella alpina e la genziana. Non c’è da spaventarsi se gli itinerari per la mountain bike vengono improvvisamente incrociati da cervi, camosci, caprioli e gatti selvatici, mentre in cielo sfrecciano l’aquila reale, l’astore e il falcone pellegrino: sono tutti animali e uccelli che fanno parte dell’habitat naturale di questa zona. Piuttosto, il Parco dei Monti Sibillini offre un’occasione unica di provare il bushcraft. Ovvero come si sopravvive in un bosco. Imparando a usare il coltello, accendere il fuoco, costruire rifugi rudimentali, pescare con l’arco e con la lancia, e anche orientarsi all’interno del territorio osservando le piante oppure, di notte, con la bussola delle stelle. I prati di Ragnolo si attraversano in mountain bike, incrociando una serie di piccoli borghi. La fortuna della piana di Castelluccio è dovuta al fenomeno del disboscamento, portato avanti dagli uomini per creare ampi spazi per la pastorizia. E una volta liberata l’area dalle faggete, si sono aperte ampie zone per l’agricoltura, e in particolare per la coltivazione della lenticchia di Castelluccio di Norcia, con i suoi caratteristici fiori bianchi che creano un tappeto dalla tarda primavera fino al mese di luglio.

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