Etna. Tour tra lava e magma
Itinerario
Etna. Tour tra lava e magma
Nera di lava e verde di boschi, bianca di neve e rossa di fuoco, sbuffante: la “colonna del cielo”, come Pindaro definì la mole imponente dell’Etna, si scorge a centinaia di chilometri di distanza. Per vivere e scoprire “a Muntagna”, bisogna rallentare. Il passo, se si vuole raggiungere, dalla funivia del rifugio Sapienza a Nicolosi, il miraggio dei crateri sommitali. La velocità dell’auto, se, da Milo, si percorre la panoramica Mareneve, strada che nel nome già preannuncia emozioni. Lo sferragliare del treno, se, sul ciglione lavico di una colata preistorica, si attraversano Randazzo e gli altri paesi della tratta a bordo dei vagoni della Circumetnea, l’antica ferrovia a scartamento ridotto su cui fare «il viaggio circolare più incantevole sulla faccia della terra».
Parola di Edmondo De Amicis.
Ammirandolo in lontananza, fumante di vapori, vengono in mente le parole di Leonardo Sciascia: «L’Etna sta come un immenso gatto di casa che quietamente ronfa e ogni tanto si sveglia». In perenne subbuglio, dalla turbolenta vicenda geologica che ne ha cambiato la forma e l’altezza (oggi misura 3323 metri, ma domani, chissà, questa quota potrebbe variare per i diversi accumuli di materiali lavici), il vulcano più alto d’Europa è in realtà un sistema di monti e valli dall’incredibile varietà di paesaggi che dal 2013 è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Dal paese di Nicolosi, “porta dell’Etna”, si penetra nei colori e nei profumi dei fichi d’India, degli agrumi e dei vigneti intensificati dalla fertilità del suolo magmatico, mentre, salendo di quota, nell’emozione del deserto vulcanico che circonda il Rifugio Sapienza, si giunge ai crateri sommitali. Sulla panoramica Mareneve gli occhi non sanno dove guardare: il mare è là in fondo, ma tutt’intorno è lava, boschi di faggi, pinete e castagneti, scrigni vegetali dove alberi plurimillenari raccontano storie e leggende. Comodi, con gli occhi incollati ai finestrini, il paesaggio si ammira anche dalla Circumetnea, la linea ferroviaria che compie il periplo dell’Etna passando attraverso paesi “appesi” come Randazzo, i cui pupi, fiere marionette siciliane, non piegano le ginocchia, non si inchinano davanti a nessuno.