Copertina dell'itinerario L’Asinara in bici.
Sardegna

L’Asinara in bici

Itinerario

L’Asinara in bici

in collaborazione con Touring Club Italiano

18 km di terra sospesa sulla punta a nord ovest della Sardegna. È l’isola dell’Asinara, interdetta al pubblico dal 1885, anno di istituzione di una colonia penale agricola e di un lazzaretto, fino al 1999. Nel mezzo, l’Asinara è stato teatro di vicende tormentate. Fu luogo di deportazione di venticinquemila soldati austroungarici durante la prima guerra mondiale e degli etiopi della guerra d’Abissinia del 1937. Negli anni ’70 la costruzione del penitenziario di massima sicurezza di Fornelli, che ospitò brigatisti rossi, camorristi noti e i boss della Mafia, ne aumentò l’isolamento e la fama di “Alcatraz sarda”. Nel 1985 la palazzina a Cala d’Oliva fu alloggio mensile di Falcone e Borsellino, venuti qui per studiare l’istruttoria del processo a Cosa Nostra. Eppure, a fare da contrappunto a tutto questo, c’è sempre stata la natura di questa piccola isola, di una bellezza disarmante, e lo splendore del mare, azzurro e cristallino. Alla fine degli anni ’90, le carceri vennero chiuse e venne istituto il Parco nazionale dell’Asinara e dell’Area marina protetta, a tutela del notevole patrimonio floristico e faunistico, delle coste e delle acque limpidissime. L’isola è un paradiso per tutti gli amanti del mare, ma anche per chi ama le escursioni e le avventure. Questo itinerario in bicicletta (meglio una mountain bike) - da fare preferibilmente in primavera o a fine estate, per evitare il caldo torrido - percorre i 25 km di striscia di cemento chiaro che attraversa l’isola da cima a fondo. Quindi, con bici al seguito, prendete il traghetto da Porto Torres o Stintino e approdate a Fornelli, dove comincerete a pedalare fino a Cala Oliva a nord, passando per Cala Reale e Trabuccato.

L’Asinara era chiamata Herculis dagli antichi Romani, ed era il punto di riferimento per chi arrivava via mare dalla Spagna. Oggi si possono vedere, sparsi qua e là, le testimonianze di un passato antico e travagliato. Ci sono le domus de janas del Neolitico, gli scavi che hanno rivelato il passaggio dei romani, i ruderi del castello dei Malaspina, i signori di Genova che contendevano a Pisa i traffici via mare. Le torri d’avvistamento cinquecentesche. Poi i segni di un passato più recente: a Fornelli, il presidio sanitario e la colonia penale fatti costruire nel 1885 da De Pretis (allora ministro dell’interno del Regno d’Italia), costruzione che comportò l’allontanamento coatto dei trecento abitanti sulla terraferma più vicina, dove fondarono Stintino. L’ossario dei soldati austroungarici della Grande Guerra e dei deportati etiopi della guerra del 1937. Negli anni ‘70 fu istituito il penitenziario di massima sicurezza di Fornelli, che fu residenza di brigatisti rossi, boss della Camorra e della Mafia, tra cui Raffaele Cutolo (che ci si sposò, pure) e Totò Riina. A Cala d’Oliva soggiornarono, nel 1985, Falcone e Borsellino per studiare l’istruttoria del processo a Cosa Nostra che si aprì l’anno dopo. Nel 1997 l’Asinara è diventata Parco nazionale e Area Marina Protetta, perché a queste vicende storiche tormentate ha da sempre fatto da contraltare una natura silenziosa, potente e incontaminata che era d’obbligo tutelare. Interdetta alle auto, il modo migliore per visitare l’isola è in bicicletta, percorrendo la strada in cemento di 25 km che la attraversa tutta da Fornelli a sud, per proseguire verso Cala Reale, il borgo abbandonato di Trabuccato e poi Cala d’Oliva all’estremo nord. Vedrete le carceri abbandonate, ammirerete panorami su un mare di cristallo, spiagge paradisiache, sentirete il profumo di macchia. Con un po’ di fortuna, potreste avvistare mufloni, cavalli selvatici, cormorani col ciuffo, falchi pellegrini e, infine, il simbolo del parco, i rari asinelli bianchi, asini albini carenti di melanina, così confidenti da farsi accarezzare.

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