Copertina dell'itinerario Parco di San Bartolo. Spiagge sabbiose, falesie e birdwatching. MARCHE-wide-scaled-1.jpg
Marche

Parco di San Bartolo. Spiagge sabbiose, falesie e birdwatching

Itinerario

Parco di San Bartolo. Spiagge sabbiose, falesie e birdwatching

Experience sostenibile Non sprecare

Tra Pesaro e Gabicce, nelle Marche, il Parco di San Bartolo sorprende per la sua rarità. Qui, attraverso un unico percorso, si possono esplorare le spiagge incontaminate con le falesie a strapiombo sul mare e le piccole montagne, ideali per il birdwatching. L’ingresso al Parco può avvenire da uno dei tanti sentieri ben curati che si snodano su una superficie di 1586 ettari, e che si percorrono a piedi o anche in bicicletta. Il consiglio è di scegliere un punto della costa, dove potrete ammirare diverse scogliere frangiflutti e falesie vive - battute direttamente dal mare e difficili da trovare in tutto l’Adriatico- in un susseguirsi di speroni e valli, con l’alternarsi di pareti a strapiombo. Dolcemente, dalle spiagge potete salire, attraversando un paesaggio rurale profumato dalle piante di ginestra odorosa, verso il Monte Castellaro, il regno di una specie di volpe che frequenta le spiagge sottostanti, a caccia di cibo che arriva dagli organismi marini spiaggiati. E ancora fino all’ultima tappa del nostro viaggio: il Monte Brisighella, ideale per il birdwatching, specie durante i periodi di migrazione degli uccelli.

Nella zona marina del Parco di San Bartolo la spiaggia è formata da ghiaia e ciottoli arrivati dalle frane delle pareti sovrastanti: per fortuna, la mano dell’uomo non ha rotto l’incantesimo di questo angolo di sostenibilità, capace di infondere al visitatore un senso di armonia e di serenità. Nell’area di Baia Flaminia, una delle porte naturali di accesso al Parco, crescono piante molto rare, come il lino marittimo, il giunco, la carota delle scogliere e la cannuccia di Plinio. Quanto alla fauna, il Parco è popolato di volpi, tassi, istrici, lepri e ghiri e, da qualche anno, anche da bellissimi esemplari di caprioli. Salendo verso il Monte Castellaro, la vegetazione cambia e si arricchisce di pioppi bianchi e neri, querce, caprini neri e roverelle. Arrivati in cima, a 200 metri di altezza sul livello del mare, si gode uno spettacolo unico, con un campo di ginestre che termina a strapiombo sulle falesie. Alla stessa altezza si trova il Monte Brisighella, un paradiso per gli amanti del birdwatching, al punto che qui è stato attivato, a scopi scientifici, un Centro di cattura e inanellamento degli uccelli, autorizzato e riconosciuto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale (Ispra). Tra le oltre 150 specie di uccelli inanellati, alcuni sono rarissimi, come lo sparviere levantino che da un secolo era scomparso dai cieli italiani, lo storno roseo, una specie nidificante in Asia, e il grillaio, un rapace protetto, che si era visto solo in Basilicata.

Approfondisci+