Bellagio. Gemma indiscussa del Lario
Itinerario
Bellagio. Gemma indiscussa del Lario
Fulcro geografico della “Y” capovolta che il Lario disegna, Bellagio affascina, seduce. A partire dall’aristocrazia lombarda, che qui, in specie tra Sette e Ottocento, trova quiete e paesaggio perfetti per le proprie residenze extraurbane, le ville che ancora oggi si pavoneggiano rimirandosi nelle acque lacustri. Ma ammalia pure i viaggiatori del Grand Tour, come Mark Twain, che sedotto dalla bellezza del luogo a Bellagio ci viene e ci dimora. E come Stendhal, che ne elogia la straordinaria posizione “sull’ardito promontorio che separa i due rami del lago, quello di Como, così voluttuoso, e quello che va verso Lecco, pieno di severità: aspetto sublime e grazioso che il luogo più famoso del mondo, il Golfo di Napoli, eguaglia ma non supera”. È proprio così Bellagio, incantevole vedetta sulla penisola che divide il lago nei rami di Como e di Lecco, ieri come oggi stazione turistica di rinomanza mondiale.
Pare che il primo villeggiante di Bellagio sia stato Plinio il Giovane, proprietario di una villa sul promontorio dove alternava momenti di studio ad altri di assoluto relax. Era il I secolo d.C., e il sito era diventato presidio romano dopo la cacciata dei Galli-Insubri, secondo fonti storiche i primi abitanti del posto. Certo, per la sua posizione strategica sul Triangolo Lariano a dominio dei due rami del lago di Como e dell’alto bacino, Bellagio non ha avuto vita facile, contesa nel corso dei secoli e assoggettata a più riprese. Al tempo delle invasioni barbariche finì sotto i Longobardi, che la dotarono di mura e vallo, fortificazioni che vennero completamente spianate quando, con l’avvento dei Visconti, nel XIII secolo, Bellagio entrò a far parte del Ducato di Milano. Nei secoli successivi Ludovico il Moro la diede in feudo al marchese Stanga, poi la città passò sotto gli Sfondrati, aristocratica famiglia originaria di Cremona proprietaria di quasi tutta la sponda orientale del lago, poi finì sotto i nobili Airoldi. Un periodo travagliato che però ha lasciato una fitta struttura medievale, giunta a noi quasi intatta, e poi eccelsi palazzi, ville nobiliari e splendidi parchi e giardini costruiti già nel XVIII secolo, quando Bellagio cominciò a far gola all’aristocrazia lombarda non più come feudo, ma come ameno luogo di villeggiatura. Ma è a partire dall’Ottocento, con la costruzione di sfarzosi alberghi, che la cittadina si trasforma in uno dei più rinomati luoghi di villeggiatura in Europa e nel mondo, ambita e frequentata da personaggi illustri, teste coronate, influente aristocrazia, autorevoli esponenti dell’intellighènzia. I fasti della Belle Époque echeggiano ancora negli splendidi ambienti delle ville Melzi e Serbelloni, simbolo di Bellagio, e nei loro sontuosi giardini, armoniosamente inserite in un contesto paesaggistico di straordinaria suggestione, avvolte dai “monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo”, ovvero i Monti Lariani poeticamente descritti da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”.