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Lazio

Formello. Il regno del falco pellegrino

Itinerario

Formello. Il regno del falco pellegrino

Experience sostenibile Non sprecare

Formello è un piccolo centro, , a mezz’ora di automobile da Roma, completamente immerso nella natura. Un luogo raro per la straordinaria combinazione di flora nelle colline e nelle vallate, e fauna, da quella acquatica ai volatili rapaci, sempre più rara da ammirare. Partendo dal borgo, con le sue case in pietra molto curate, si imbocca un sentiero in direzione di Monte Castagno, da dove si scende nella Valle del Sorbo, una vera oasi sostenibile, attraversata dal fiume Cremera, un affluente sul lato destro del Tevere, dove le mucche pascolano ancora allo stato brado. L’ultima tappa è il Parco Natura La Selvotta, il regno del falco pellegrino, ma anche il luogo di più alta concentrazione di rapaci dell’intera regione.

Il nostro viaggio nella natura che copre Formello come un mantello verde, inizia con la Cascata dell’Inferno, un posto selvaggio, con la sua forma di anfiteatro di roccia e acqua. Diversi alberi sono caduti, lasciando i rami sparsi lungo la riva e grandi massi ricoperti di muschio appaiono come sculture naturali. Qui non cercate un sentiero, non esiste, e abbandonatevi al piacere del silenzio interrotto soltanto dai rumori dell’acqua che scorre e dal suono gracchiato di qualche uccello. Lo scenario cambia completamente arrivando nella Valle del Sorbo, dove invece ascolterete la musicalità del bestiame che passeggia lungo il fiume e nella pianura, tra olmi, pioppi, salici e sambuchi. Affacciatevi con lo sguardo attento sulle rive del fiume, e potrete ammirare pesci piccoli e molto rari, come il ghiozzo etrusco, del quale purtroppo restano sempre meno esemplari, e il vairone occidentale. Il fiume è sbarrato in corrispondenza di un antico mulino ad acqua, la Mola, da una diga con un salto di 18 metri che fa scorrere l’acqua in un piccolo laghetto artificiale circondato da querce secolari. La terza tappa ci porta al Parco Natura La Selvotta, dominato dai rapaci: falchi pellegrini, aquile, poiane di Harris, barbagianni, nibbi bruni e gufi. All’interno del Parco sono ben conservati i resti dell’acquedotto etrusco più lungo del Lazio, costruito con blocchi di tufo rettangolare, dove l’acqua procede a pelo libero fino al punto di caduta. E’ difficile trovare in tutta la regione un’opera antica, da moderna architettura sostenibile, come l’acquedotto etrusco del Parco Natura La Selvotta.

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